Submarining è un nuovo inglesismo che sta spopolando sui social: un termine usato per descrivere una sottocategoria di ghosting, un comportamento tossico di alcuni partner.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Ghosting, Zombieing, Orbiting… il web è pieno di inglesismi, utilizzati soprattutto dai più giovani, e recentemente anche dalla psicologia, per descrivere una serie di comportamenti tossici e disfunzionali messi in atto da alcuni partner e che diventano causa di grandi sofferenze e confusione per chi li subisce.
Ultimamente, sui social sta spopolando un nuovo termine: Submarining.
Ma di cosa si tratta?
Submarining: riemergere all’improvviso dopo essere spariti
Con il termine Submarining si intende il comportamento tossico messo in atto da alcuni ex partner: dopo essere spariti all’improvviso senza fornire alcuna spiegazione (Ghosting), la persona torna senza alcun preavviso, inviando ad esempio un messaggio, contattando il partner lasciato come se nulla fosse accaduto e senza fare alcun accenno alla propria assenza.
Una modalità che, ovviamente, rischia di generare confusione e malessere in chi la subisce, che magari stava cercando di rielaborare il “trauma” dell’abbandono e di andare avanti con la propria vita.
Il profilo di chi attua Submarining
Così come nel caso del Ghosting, anche in chi attua Submarining possiamo individuare alcuni tratti specifici: persone tendenzialmente insicure, con difficoltà nel fornire spiegazioni, nel prendersi responsabilità e incapaci nel chiedere “scusa”.
Nei casi più gravi, è possibile trovarsi di fronte a tratti narcisistici molto accentuati, addirittura patologici.
I consigli per le “vittime” del Submarining
Come accennato, a subire le conseguenze di questi comportamenti tossici sono coloro che, all’improvviso, vedono tornare senza alcun preavviso il proprio ex partner.
Chiariamo un aspetto fondamentale: questi ritorni di “fiamma” sono privi di ogni valore, attenti dunque a ingigantirli o riempirli di aspettative. I submariner non tornano perché realmente interessati, ma solo per attuare una forma di controllo sul partner lasciato, per far percepire la propria presenza o anche solo per noia.
Chi attua Submarining, infatti, nella maggior parte dei casi è alla ricerca di rapporti superficiali e non di certo impegnativi e duraturi.
Inoltre, la tecnologia, i social e le varie app di messaggistica, altro non fanno che fornir loro facilissimi strumenti per farsi sentire, anche a distanza, magari grazie a una reazione su una foto caricata su Instagram, a un commento sotto un nostro post su Facebook, a un messaggio su Whatsapp e così via.
Il consiglio spassionato, dunque, è quello di convincersi che la storia sentimentale con queste persone vada chiusa il prima possibile, prendendo le distanze in maniera decisa!
Submarining e psicoterapia
Purtroppo, alcune vittime vivono nel profondo un senso di insicurezza, magari anche alimentato da una bassa autostima, da un passato non proprio felice, fatto di relazioni sentimentali insoddisfacenti o da un rapporto con i genitori disfunzionale.
Tutto ciò, se non elaborato e superato, potrebbe generare un bisogno, inconscio, di sentirsi amati e quindi attirare a sé anche persone che, al contrario, non provano alcun sentimento e alle quali diamo il permesso di sparire e riapparire come desiderano.
Analizzarsi, facendo introspezione, anche grazie all’aiuto di uno psicoterapeuta, potrebbe essere un ottimo modo per difendersi da queste relazioni tossiche, comprendendo quali dinamiche inconsce vengono attivate per attirare nella propria vita persone simili, superando traumi irrisolti e strutturando nuove strategie positive per star meglio.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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