Scopriamo insieme la Nomofobia, ovvero la dipendenza da cellulare, molto diffusa soprattutto tra i giovani.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
La nomofobia, anche conosciuta come sindrome da disconnessione, è una nuova forma di disturbo psicologico che comporta una vera e propria fobia, ovvero quella di non avere con sé il cellulare e percepirsi disconnessi dal mondo esterno.
Il termine deriva da un neologismo anglosassone, ovvero no-mobile-phobia, letteralmente: paura di non avere il telefono.
Tale condizione si manifesta attraverso una sensazione di perdita associata all’impossibilità di utilizzare lo smartphone, generando nella persona una risposta di panico, sintomi ansiosi e angoscia.
Le conseguenze della nomofobia possono influenzare negativamente la vita del soggetto che ne soffre: l’attaccamento al cellulare diviene ossessivo, tanto che la persona è costretta a tenerlo acceso 24 ore su 24, persino durante la notte, provocando inevitabilmente difficoltà nel sonno, aumento dei livelli di stress e di ansia
Sintomi principali della nomofobia
La dipendenza da cellulare si manifesta attraverso alcuni specifici sintomi. Vediamoli insieme:
- Utilizzo continuativo del telefono: il soggetto trascorre la maggior parte della giornata utilizzando lo smartphone, tenendolo sempre accesso o comunque sempre a portata di mano;
- Dormire con il telefono sempre acceso: la persona ha strutturato l’abitudine di dormire con lo smartphone sempre acceso, con le notifiche attivate, così da rimanere sempre connesso. Ciò, nel lungo termine, può provocare l’insonnia;
- Usare il telefono durante la guida: il soggetto sente l’impulso di dover rispondere o chattare con altre persone anche durante la guida;
- Portare sempre con sé un caricabatteria portatile: la persona porta sempre con sé un device utile per ricaricare il telefono, temendo che possa rimanere senza batteria;
- Perdita delle normali attività quotidiane: a causa dell’uso ossessivo dello smartphone, le normali attività quotidiane vengono diminuite, provocando una notevole perdita di tempo e di performance, ad esempio lavorative o nello studio;
- Ansia di rimanere senza segnale: il soggetto percepisce una sensazione di ansia se si trova in una zona con poco segnale e mette in atto anche dei comportamenti preventivi per evitare luoghi nei quali già sa che questo imprevisto potrebbe accadere;
- Ringxiety: ovvero ansia derivante dal dover sbloccare continuamente lo schermo per controllare l’arrivo di notifiche;
- Deterioramento delle relazioni interpersonali: la persona, nel tempo, diminuisce sempre di più le proprie relazioni sociali e preferisce quelle virtuali.
L’ansia percepita viene esperita dal soggetto con sintomi molto simili a quelli dei disturbi d’ansia, ovvero:
- Sintomi fisici: tremori, tachicardia, sudorazione, respiro corto, paura;
- Sintomi psicologici: ansia, agitazione, disorientamento, bassa autostima, solitudine, insicurezza.
Conseguenze della nomofobia
La dipendenza da smartphone può provocare conseguenze molto gravi nella persona, nella sfera fisica, psicologica e sociale.
- Conseguenze fisiche: sensazione di tensione muscolare, insonnia e, nei casi più gravi, una modificazione del sistema nervoso, con un aumento dei livelli del neurotrasmettitore GABA, che può comportare un deterioramento delle funzioni cognitive. Quest’ultima condizione è molto simile a quelle riscontrabili in altre forme di dipendenze, come quella da sostanze;
- Conseguenze psicologiche: irrequietezza costante, sintomi ansiosi, ansia sociale e, nei casi più gravi, sviluppo di altri disturbi come ad esempio quelli depressivi;
- Conseguenze sociali: tendenza all’isolamento e difficoltà di interazione sociale; nel caso dei minori, l’uso compulsivo del telefono potrebbe provocare anche la scoperta di contenuti non adatti, come ad esempio quelli a sfondo sessuale e violenti.
Cause della nomofobia
La dipendenza da smartphone si sviluppa a seguito di altre fragilità, già presenti nell’individuo.
Il primo “colpevole” è l’abuso di utilizzo del cellulare, provocato anche da un mancato controllo iniziale da parte dei genitori e mai risolto durante la fase di crescita.
Altri tipi di dipendenze, come la dipendenza da WhatsApp, da giochi su smartphone o da social network, favoriscono ovviamente l’accrescere della nomofobia.
Ulteriori cause possono essere:
- Bassa autostima;
- Percezione del proprio corpo alterata;
- Bisogno di ottenere l’attenzione dell’altro;
- Traumi esperiti, legati a un rifiuto;
- Paura di essere abbandonati.
Nomofobia e terapia
Nel caso di minori, l’utilizzo di app dedicate e di un maggiore controllo da parte dei genitori è fondamentale.
Il primo suggerimento è quindi quello di imporre dei limiti e decidere di non usare il cellulare in determinati luoghi o momenti della giornata; alcune applicazioni consentono di sapere quanto tempo si trascorre connessi allo smartphone, permettendo di bloccarne l’utilizzo superato il limite stabilito.
La supervisione da parte dei genitori è dunque fondamentale, in questi casi.
La psicoterapia è ovviamente consigliata, in quanto permette alla persona che soffre di nomofobia di acquisire maggiore consapevolezza e strutturare nuovi comportamenti funzionali. Si va anche alla ricerca delle cause scatenanti, lavorando sull’aspetto socio-relazionale.
Se senti di star soffrendo di questo disturbo, o sei genitore/tutore di un minore che pensi possa soffrirne, puoi contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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