L’utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare di internet, renderebbe le persone più connesse tra loro, con il rischio però di un processo di alienazione. Scopriamo l’Internet Paradox.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
All’inizio degli anni 2000, un gruppo di ricercatori (Kraus et al.), coniò il termine Internet Paradox, per sottolineare come le nuove tecnologie legate al web, utilizzate come strumento comunicativo, in realtà riducevano il coinvolgimento sociale e il benessere psicologico delle persone coinvolte, procurando una vera e propria alienazione dalla vita reale.
Una riflessione che ha in parte anticipato la tendenza dei giorni d’oggi: nel 2024, secondo i recenti dati Audiweb, il 74,8% della popolazione italiana sopra i 2 anni si collega alla rete, con una media mensile di 73 ore e 23 minuti!
In pratica: ognuno di noi dedica mediamente, involontariamente o meno, tre giorni interi al mese a internet!
Ma quali sono i rischi di un uso così cospicuo del web? Davvero esiste il pericolo dell’alienazione sociale?
L’importanza di sentirsi parte di una comunità
L’essere umano, per sua natura, predilige il senso di appartenenza a un gruppo o comunità. Istintivamente, a parte specifici casi, la tendenza è sempre quella di inserirsi in un gruppetto di amici, in una squadra sportiva, in un club, in una associazione, in un movimento: questo aiuta la persona a vivere meglio e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Del resto, la nostra base di partenza è quella di “animali sociali”, che crescono ed evolvono grazie alla relazione e al confronto con gli altri. Non solo: il gruppo ci permette di sentirci utili, accettati e migliori.
Nel nostro caso, dunque, il mondo del web ricoprirebbe il ruolo di un “gruppo alternativo”, un luogo virtuale nel quale alcune persone si sentirebbero protette, accolte e accettate… seppur, con alcune controindicazioni.
I rischi della socialità via web
Utilizzare il web come unico o prevalente canale per strutturare relazioni sociali o per sentirsi parte di un gruppo comporta anche alcune controindicazioni.
- Riduzione del confronto con il prossimo: il confronto con gli altri, nella vita reale, è utile per rafforzare la propria autostima e costruire, nel tempo, un senso di Sé, un Io forte in grado di vivere in maniera funzionale e serena nel mondo. Molto spesso, purtroppo, i fruitori di internet prediligono il web poiché questo li “difenderebbe” proprio da questo confronto: la paura, quindi, del rifiuto o della mancata accettazione aumenterebbe sempre più la necessità di costruire relazioni esclusivamente virtuali, nelle quali la comunicazione è a distanza e i conflitti possono essere risolti semplicemente spegnendo un computer o un cellulare.
- Riduzione della qualità delle relazioni: inoltre, secondi alcuni studi, anche la qualità delle relazioni instaurate su internet risulterebbe inferiore: infatti, la tendenza è quella di prediligere rapporti superficiali, di breve durata e utili solo alle necessità di un dato periodo di vita. Questo comporta, come intuibile, un mancato allenamento all’empatia, all’entrare in sintonia con l’altro, a saper leggere “dietro le righe”, al mettersi in gioco e in discussione.
- Diminuzioni delle relazioni nella vita offline: non meno importante, l’utilizzo massivo di internet causerebbe anche una diminuzione delle relazioni sociali nella vita reale, quali le comunicazioni all’interno della famiglia, con il gruppo di amici (che nel tempo rischia anche di ridursi come numero) e un aumento di disagi psicologici, molto spesso legati alla sfera depressiva o alla dipendenza da internet/social.
- Rischioso processo di idealizzazione: internet, per sua natura, permette di creare un alter ego virtuale, ovvero un Io digitale che viene usato dalla persona per presentarsi agli altri fruitori del web. Nel 99% dei casi, questo alter ego risulterebbe una versione idealizzata dell’individuo, nella quale quindi vengono messi in risalto solo le qualità e nascosti con dovizia i vari difetti. Questo meccanismo viene utilizzato proprio per ridurre al minimo il rischio di essere criticati e attaccati, con il conseguente pericolo di aumentare a dismisura nel malessere nel caso si venga “smascherati”.
Utilizzare internet in maniera sana
Parliamoci chiaro: internet è ormai entrato nelle nostre vite ed è impossibile farne a meno.
Possiamo però, ed è nostro dovere farlo, utilizzarlo in maniera sana!
Bisogna in primis comprendere come il web sia principalmente uno strumento: viverlo in tal modo, ci permette di modificare con più facilità tempi e modalità d’utilizzo.
Internet NON è: una seconda casa, una seconda famiglia, la soluzione ai problemi.
E’ indubbiamente bello e interessante crearsi un gruppo di contatti nel mondo online, con il quale ogni tanto chattare, videogiocare, discutere su svariati argomenti, stringere, perché no, anche amicizie a distanza.
Limitarsi a questo, però, è troppo rischioso: dobbiamo dunque imparare a saper alternare comunicazione offline e comunicazione online, prediligendo sempre le relazioni sociali nella vita reale.
Il pericolo, come accennato, è quello di sviluppare delle vere e proprie dipendenze le quali, purtroppo, si alimentano tra loro, generando problematiche ben più gravi: dipendenza da internet, da social, da Whatsapp, da smartphone.
Come uscire dal vortice della dipendenza e dall’alienazione?
Uscire dalla dipendenza da internet non è facile, ma sicuramente possibile!
Fortunatamente, e sembrerà un paradosso, è la tecnologia a venirci incontro: possiamo usare il web, e tutti gli strumenti comunicativi ad esso collegati, come i social o le app di messaggistica, per parlare con qualcuno che possa aiutarci, magari un esperto, come uno psicologo.
Le psicoterapie online sono all’ordine del giorno e permettono di raggiungere tutte quelle persone le quali, per svariati motivi, non riescono a recarsi in studio fisicamente o che prediligono contatti a distanza.
Ed ecco quindi che coloro che vivono una dipendenza da internet possono chiedere aiuto proprio online: parlare con uno psicologo potrebbe essere il primo passo per comprendere come uscire da questo vortice e iniziare, nuovamente, a costruire una rinnovata socialità nella vita reale.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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