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Violenza sessuale sugli uomini: nel 2022 è ancora un tabù

Nel 2022, parlare di violenza sessuale sugli uomini è ancora un tabù. Le vittime hanno paura di denunciare a causa del senso di vergogna. Come mai?

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

La violenza sessuale è un importante problema di salute e di sicurezza pubblica che coinvolge, in larga parte, vittime di sesso femminile. Nel nostro Paese, fortunatamente, si sta facendo molto per arginare questa piaga anche se, a onor del vero, il numero dei casi è ancora troppo elevato. Non solo: questo fenomeno mette le radici, purtroppo, in un contesto socio-culturale che tende a far percepire la donna come un oggetto, un qualcosa da conquistare, un trofeo da mostrare agli amici.

Ma esiste anche la violenza sessuale sugli uomini? Assolutamente sì, ma se ne parla davvero poco.

L’ultimo caso del 10 marzo 2022

Proprio quattro giorni fa (10 marzo 2022), in provincia di Salerno, un ragazzo di 21 anni è stato molestato da una donna di 45-50 anni. La donna si sarebbe avvicinata al giovane, che era a bordo della propria automobile, con la scusa di chiedere delle informazioni. Da lì, però, le domande sono iniziate a diventare del tutto diverse e allusive. Quando il ragazzo, forse per capire di cosa parlasse la donna, è sceso dalla vettura, sono iniziate le molestie: prima ha sollevato la felpa, mostrandogli il seno, poi le si è lanciata addosso, toccandogli le parti intime. Il giovane è poi riuscito a divincolarsi e a risalire in auto, scappando e recandosi alla prima stazione dei carabinieri, nella quale ha sporto denuncia.

La reazione della comunità maschile

Un uomo che denuncia una donna per molestie sessuali è, ancora oggi, oggetto di sfottò di ogni genere: nel 2022, nel nostro Paese, una buona parte della comunità maschile percepisce tutto ciò come un atto di debolezza, come espressione di poca mascolinità od omosessualità (come se ci fosse qualcosa di sbagliato), affibbiando alla persona coinvolta anche spiacevoli appellativi che non sto qui a riportare.

Tali reazioni sono da attribuire a un background culturale ancora, e purtroppo, intriso di pregiudizi, di false credenze e di poche (e sbagliate) informazioni sull’argomento.

La violenza sessuale, in ogni sua forma e qualsiasi sia il genere sessuale della vittima, è sempre da condannare, principalmente perché comporta gravissime conseguenze a livello fisico e psicologico a chi la subisce.

Alcuni stereotipi da condannare

Lo stereotipo più diffuso è indubbiamente quello che include l’idea che l’uomo sia raramente vittima di un abuso sessuale, a causa dell’erronea credenza che sia fisicamente impossibile farlo e che, qualora questo avvenga, lo stesso abbia in qualche modo acconsentito o ne sia rimasto meno traumatizzato, rispetto a una donna.

Non solo: il solo pensiero di essere sopraffatti da una donna è strettamente associato a una presunta mancanza di virilità.

A causa di questi pregiudizi, il numero di denunce di abusi sessuali da parte di uomini è davvero basso. Lo stigma e la vergogna, inoltre, possono impedire alle vittime di abusi di parlare del trauma anche in psicoterapia.

Conseguenze psicologiche di un abuso

Gli uomini che hanno subìto violenza sessuale possono sviluppare le stesse conseguenze psicologiche ed emotive di qualsiasi altra vittima e, inoltre, devono anche affrontare ulteriori difficoltà dovute agli stereotipi di cui abbiamo discusso poco sopra. Rientrare nella società, dopo una denuncia, ed essere derisi o addirittura allontanati dal gruppo dei pari, non deve essere affatto facile.

Alcune delle conseguenze dell’abuso possono essere:

Ricerche sull’argomento

Secondo un’importante ricerca condotta nel 2017 dal Centers of Disease Control and Prevention, circa 1 uomo su 4 ha subìto una qualche forma di contatto sessuale indesiderato nel corso della propria vita, mentre più di 1 uomo su 38 è stato vittima di tentato stupro o stupro che prevedeva la penetrazione  orale e/o anale.

Le cause di un abuso possono essere molteplici: l’abusante può essere una persona conosciuta da poco, un partner, un amico, un familiare o un perfetto estraneo.

La coercizione può avvenire mediante l’uso di forza fisica e, spesso, è associata a situazioni nelle quali la vittima è incapace di esprimere un consenso esplicito (ad esempio quando è sotto l’effetto di alcol o droghe). In altri casi, la vittima tende ad assecondare l’abusatore poiché magari è un conoscente/parente, per paura di risvolti negativi nella propria famiglia.

Come in tutti i casi di violenza sessuale, le motivazioni sono di vario tipo e possono comprendere:

Conclusioni

Nel 2022 parlare di violenza sessuale sugli uomini è ancora un tabù. Molto spesso si cade nella fastidiosa trappola del “e allora quelle sulle donne?”, come se non fosse possibile trattare contemporaneamente entrambi gli argomenti.

In qualità di psicologo, mi occupo di seguire terapeuticamente tantissime persone che sono state protagoniste di violenze, sia donne sia uomini, e posso senza alcun dubbio affermare che qualsiasi violenza, in ogni sua forma e perpetrata su qualsiasi vittima, è da condannare.

La sofferenza è tanta e non esistono differenze. Non esistono traumi più o meno importanti.

Non esistono violenze o vittime di serie A o di serie B. Questo fenomeno così grave dovrebbe portarci fuori da qualsiasi ragionamento legato al genere sessuale, identità sessuale, orientamento sessuale, etnia, età dell’abusatore.

Invece, purtroppo, nella nostra società si tende a dar voce a inutili e faziosi pregiudizi, si tende a puntare il dito sull’estraneo e a difendere a spada tratta il concittadino, a differenziare le violenze sugli uomini da quelle sulle donne e a giustificare il comportamento dell’abusante.

Non siamo in grado, come comunità, di contemplare contemporaneamente diverse forme di violenza, senza per forza sottolineare banali differenze, condendo il tutto con spregevoli e inutili commenti.

Un consiglio a chi è stato vittima di violenza sessuale: parlatene con qualcuno, non contribuite al mantenimento di questo tabù. Se, ancora oggi, il ricordo di quell’evento fa male, prendete in considerazione l’idea di rivolgervi a un professionista. Saprà indubbiamente come aiutarvi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

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