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Sei triste o depresso? Scopriamo le differenze

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Tristezza e depressione sono due termini che vengono spesso usati come sinonimi, ma erroneamente. Scopriamo le differenze.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Molto spesso alcuni termini psicologici vengono utilizzati nel parlato comune, purtroppo in modo erroneo.

Un esempio è quello di dire, riferendosi a sé stessi o a qualcun altro, “sono depresso” oppure “Mario è depresso” per indicare invece uno stato d’animo di tristezza o per descrivere un periodo della propria vita particolarmente negativo, nel quale ci sentiamo meno ispirati e propositivi.

Tristezza e depressione, in realtà, sono cose ben distinte.

Cos’è la tristezza?

La tristezza, prima di tutto, è una delle emozioni principali provate dall’essere umano, assieme alla gioia, alla rabbia, al disgusto, alla paura e alla sorpresa.

Ognuno di noi la sperimenta come condizione del tutto normale, nella vita quotidiana oppure come conseguenza di un evento esperito come drammatico o negativo.

Essendo una delle emozioni primarie, essa non deve essere evitata a tutti i costi, anzi è necessaria per il giusto ed equilibrato funzionamento psicologico della persona.

Ha una durata limitata, variabile, indubbiamente non permanente e invalidante.

Cos’è la depressione?

Per depressione si intende una vera e propria psicopatologia, identificata nei manuali psicodiagnostici con il termine disturbo depressivo, che a sua volta si suddivide in varie sottocategorie.

I sintomi principali sono: umore depresso per la maggior parte del giorno, mancanza di interessi o di piacere in diverse attività, presenza di insonnia o ipersonnia, presenza di pensieri negativi ricorrenti e, nei casi più gravi, anche ideazioni suicidarie.

La durata è indubbiamente maggiore rispetto all’emozione della tristezza: può infatti manifestarsi per anni o addirittura tutta la vita.

Per fronteggiarla, è necessario un percorso psicoterapeutico affiancato, se necessario, anche a uno farmacologico

Differenze principali tra tristezza e depressione

Come intuibile, le differenze ci sono e sono nette.

La durata, in primis, è diversa. La tristezza è un’emozione passeggera, che viene sperimentata nell’arco di minuti, ore, al massimo qualche giorno.

La depressione, invece, può durare per mesi, anni.

Inoltre, i sintomi della seconda sono molto più gravi, intensi e debilitanti per la persona che li vive.

La tristezza non ha bisogno di alcun trattamento per essere superata, essendo per sua natura un’emozione primaria e quindi del tutto naturale.

Al contrario, la depressione necessita di percorsi di cura specifici, altrimenti si corre il rischio che possa divenire cronica e influenzare negativamente la vita di chi ne soffre.

L’importanza della comunicazione e del dialogo interiore

Il nostro inconscio è un “registratore vocale” sempre acceso. Tutto ciò che diciamo a noi stessi, agli altri o che ci viene detto, viene registrato e memorizzato.

A volte, abbiamo però la tendenza a enfatizzare ciò che stiamo vivendo, usando a sproposito termini che hanno ben altro significato.

Ecco perché alcune persone, per comunicare ad altri di essere tristi con l’intento di veicolare in maniera forte il messaggio, usano la frase “sono depresso”.

Il rischio, dunque, è che il continuo ripetersi “sono depresso”, quando in realtà non è affatto vero poiché magari stiamo solo vivendo un periodo “no” di tristezza e passeggero, possa condizionarci e aggravare il nostro stato d’animo. In tal modo attuiamo, dunque, un persistente autoconvincimento, in negativo.

Ovviamente, semmai dovessimo notare che tale condizione perduri per troppo tempo, settimane, mesi, allora è più che giusto e necessario rivolgerci a qualcuno che sappia aiutarci e identificare quale problematica stiamo vivendo.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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