In un liceo di Roma, un professore avrebbe rifiutato la consegna di un compito di un alunno trans: scattata subito la denuncia da parte degli studenti dell’istituto.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Nella giornata di ieri (11 novembre 2022), un docente di un liceo romano avrebbe rifiutato la consegna di un compito in classe da parte di un alunno trans, il quale ha firmato l’elaborato usando un nome maschile, nonostante il suo sesso biologico sia quello di una ragazza.
Il professore avrebbe sbarrato la firma con una penna, comunicando al ragazzo: “non puoi usare un altro nome, davanti a me ho una donna”.
Il ragazzo si sarebbe difeso, facendo riferimento al regolamento che permette ai ragazzi o ragazze trans in fase di transizione di poter utilizzare altri nominativi, nei quali si sentono maggiormente identificati.
Facciamo chiarezza: sesso biologico, identità, ruolo e incongruenza di genere
Per sesso biologico si intende la categoria anatomo-biologica di appartenenza in base alla quale si può essere femmina, maschio, o intersessuati (cioè con caratteri maschili e femminili).
L’identità di genere è, invece, la percezione profonda del proprio genere. Risponde alla domanda: “chi sono? Indipendentemente dal mio sesso biologico, mi sento uomo o mi sento una donna?”.
Il termine ruolo di genere racchiude l’insieme di ruoli, comportamenti e attività che la società considera appropriati per maschi e femmine.
Nei casi in cui il sesso biologico, l’identità di genere e il ruolo di genere non coincidano, si parla di incongruenza di genere. La persona vivrebbe, infatti, una sensazione di estraneità e sofferenza rispetto alla propria appartenenza sessuale anatomica e al ruolo di genere che le viene assegnato dalla società.
Cosa vuol dire transessuale?
Una persona transessuale è colui/colei che sente in modo persistente di appartenere al sesso opposto e, per questo, compie un percorso di transizione che generalmente si conclude con la riassegnazione chirurgica del sesso.
Il problema della disforia di genere sociale
Molte persone della comunità LGBTQ che si percepiscono transgender, ovvero che non si riconoscono nei modelli correnti di identità e di ruolo di genere, rischiano di soffrire di disforia di genere sociale: percepirsi in un modo, sapere che gli altri ti percepiscono invece in un altro modo, sapere di non voler essere percepito così e non poter far nulla per cambiare questa situazione.
Tale dinamica comporta, come è facile intuire, notevoli difficoltà e malesseri emotivi a coloro che la vivono. Non è facile sentirsi parte di una comunità che non ti accetta per come sei o per come senti di essere.
L’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione all’interno delle scuole
La scoperta della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale avviene generalmente durante la preadolescenza, per poi confermarsi (o in alcuni casi disconfermarsi) nella piena adolescenza o nella giovane età adulta.
Per questo è fondamentale che le scuole possano offrire ai propri studenti tutto il sostegno necessario, tra cui anche sportelli d’ascolto psicologico dedicati. La comprensione, l’accettazione e la capacità di fornire supporto devono altresì essere qualità presenti in tutti i docenti moderni, che sono coloro che passano la maggior parte del tempo con gli alunni.
Avere nel 2022 dei professori che, si spera per semplice ignoranza, non rispettano questo delicato processo di scoperta della sessualità, è un gravissimo problema.
Secondo il racconto dell’alunno vittima della vicenda, il docente “quando mi incrociava nei corridoi mi chiamava ‘signorina’: lo trovo una mancanza di rispetto a prescindere, ma perché farlo se già sapeva che non mi sento una donna? Ero stufo di sentire le sue provocazioni: uno può sbagliare un pronome una volta, ma se ogni dieci minuti devo correggere, forse non si tratta di distrazione, ma di una persona che lo fa volontariamente. Da lui potevo aspettarmi qualcosa, ma addirittura correggermi il nome scritto sul compito, quello no”.
Questi racconti ci fanno comprendere come, purtroppo, alcuni docenti pretendano di voler imporre un proprio sistema valoriale ai ragazzi, anche se non in linea con l’evoluzione della società e ancorato a paradigmi ormai superati e obsoleti.
I docenti dovrebbe essere i primi ad aggiornarsi e a rispettare la natura degli alunni che hanno di fronte.
La carriera scolastica alias
Molti istituti scolastici hanno adottato da tempo la possibilità di intraprendere la carriera scolastica alias. Cosa vuol dire?
L’alunno che si percepisce transgender può decidere di adottare un nome per lui/lei più consono e farlo segnare sul registro scolastico, così che venga utilizzato quest’ultimo anziché quello di battesimo.
Questa scelta è importantissima poiché aiuta lo studente a sentirsi maggiormente accettato e rispettato e a identificarsi con il genere sessuale che ritiene più adeguato alla sua natura psichica ed emotiva.
Riflessioni
Nel 2022 è importantissimo che chiunque, a partire dai genitori, possa comprendere come la sessualità si sia da tempo allontanata dal classico binomio maschio/femmina.
Purtroppo, in alcune famiglie ancora si fa fatica ad accettare il coming out dei propri figli, che vengono anche allontanati da casa.
La sessualità è divenuta liquida e i giovani non sempre riescono a riconoscersi nelle categorie di genere preimpostate e preferiscono invece definirsi genderfluid, neutrali, liberi di poter scegliere.
Chi siamo noi per impedirglielo?
Se stai vivendo un delicato periodo di scoperta della tua sessualità, se ti senti incompreso/a e vuoi conoscerti meglio, o se sei un genitore che si preoccupa del benessere del proprio figlio e che vorrebbe aiutarlo in questo processo di evoluzione, potrebbe essere molto utile rivolgersi a uno psicoterapeuta.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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