Alcune persone, prima di prendersi cura di sé stesse, hanno l’abitudine di “toccare il fondo”. Una strategia, però, discutibile e anche pericolosa.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Con l’espressione toccare il fondo ci riferiamo al momento in cui un individuo raggiunge il limite più basso, il punto peggiore di una determinata situazione, nonché fonte di grande malessere.
Una persona può subire l’ennesimo tradimento da parte del partner, subire l’ennesima angheria sul luogo di lavoro, accorgersi che un giorno ha fumato ben tre pacchetti di sigarette, essere bocciata per la terza/quarta volta di fila a un esame universitario. Di esempi ne abbiamo davvero tanti.
Spesso questa condizione coincide con il picco della sofferenza: la persona sta talmente male che prova la sensazione che “peggio di così non potrà andare” e, in teoria, trova dentro di sé le energie per risollevarsi.
Ma funziona per davvero?
Una pericolosa abitudine…
Alcuni, purtroppo, hanno strutturato nel tempo una pericolosa abitudine: devono toccare il fondo prima di effettuare un qualsivoglia cambiamento nella propria vita.
A livello terapeutico, e di crescita personale, questa strategia inconsapevole è altamente sconsigliata.
Toccare il fondo, infatti, ci mette di fronte a numerosi rischi, tra tutti quello di restare effettivamente impantanati lì, abituarsi al fallimento, all’insuccesso e alla sofferenza e far diventare quel fondo la “nuova normalità”.
Nei casi più gravi, questa situazione genera patologie psicologiche come attacchi d’ansia, attacchi di panico, stati d’animo depressivi, disturbi del pensiero, psico-somatizzazioni e, ahimè, potrebbe portare alcune persone particolarmente fragili a compiere atti estremi come l’autolesionismo o addirittura il suicidio.
Toccare il fondo come modo per trovare le proprie risorse… un meccanismo rischioso
Chiariamo definitivamente questa falsa convinzione: nel nostro cervello NON esiste alcun pulsante automatico che si attiva quando tocchiamo il fondo, nessuna molla che ci spinge magicamente a risollevarci.
Quando una persona raggiunge il limite più basso di sopportazione può sì tirare fuori le ultime energie e risollevarsi, può sì far emergere risorse da troppo tempo sopite e provare a rialzarsi, ma NON è una regola fissa.
E’ altamente sconsigliato, dunque, fidarsi di questa strategia.
E se ormai siamo sul fondo, cosa facciamo?
Se ormai siamo sul fondo, magari a causa di una sequenza negativa di eventi, è giusto fare di tutto per risollevarsi.
Il fondo è solo uno status temporaneo e deve essere per noi un luogo emotivo nel quale poter riflettere su sé stessi, su ciò che potremmo fare di diverso da qui in avanti, sulle motivazioni che ci hanno portato così in basso.
Un’opportunità, dunque, per metterci in discussione e imparare a volerci bene, nonostante il malessere.
Non è facile, è vero, ma il nostro benessere passa talvolta anche attraverso la sofferenza e la consapevolezza che, se stiamo male, allora vuol dire che stavamo percorrendo una strada per noi sbagliata e che forse questo inciampo ci sta servendo per riprendere la giusta direzione.
Il consiglio dello psicologo
Se sei in una situazione nella quale hai la sensazione di aver toccato il fondo, inizia fin da subito a prenderti cura di te. Non attendere: il tempo NON sistema le cose. E’ una falsa convinzione.
Chiedi aiuto, se necessario, anche a uno psicologo.
Non solo: interrompi il prima possibile l’idea che i cambiamenti vadano effettuati solo dopo aver toccato il fondo. Agisci adesso, se vivi una situazione che non ti piace e che non ti fa stare bene.
Lascia il posto di lavoro nel quale ti svalutano e ti trattano male, allontana il tuo partner che ti tradisce o agisce violenza di qualsiasi genere, cambia corso di studi se continui a essere bocciato a ogni esame (forse non è la tua strada!). Qualsiasi cosa tu stia vivendo, non attendere fino al tuo limite massimo di sopportazione. Inizia a volerti bene da subito.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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