Quanto c’è di vero nel modo di dire “il tempo sistema le cose”? Non tanto, in realtà. Scopriamo insieme quale dovrebbe essere il giusto atteggiamento.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
“Il tempo sistema le cose”, “il tempo sistema tutto”, “tutto passerà”, esistono molti modi di dire che cercano di veicolare il medesimo messaggio: il dolore, il malessere, una ferita, diminuiranno e svaniranno grazie allo scorrere del tempo.
Ma quanto c’è di vero in questo? Poco e niente, purtroppo.
Ascolto tante persone le quali, quasi sorprese, mi dicono: “sono passati 10 anni, com’è possibile che io stia ancora così male?”, “la mia relazione è finita da più di 5 anni, come mai lo/a penso ancora?”, “ho fatto quell’incidente più di 3 anni fa, come mai ancora ho paura di guidare l’auto?”.
Le ferite emotive guariscono diversamente
Le ferite della mente guariscono diversamente da quelle corporee.
Se malauguratamente dovessimo subire una frattura di una mano, basterebbe (di norma) un bel gesso ortopedico, tanto riposo, pazienza, costanza e attendere che il corpo, nel tempo, inizi il suo processo di guarigione.
In questo caso, il detto “il tempo sistema tutto” avrebbe senso.
Ma nel caso di traumi, lutti, separazione, litigi, fine di un’amicizia o di una relazione importante, licenziamenti, o altri gravi accadimenti con un importante impatto emotivo, come funziona?
Il tempo è solo un ingrediente del tutto
Il tempo è solo una delle tante variabili che contribuiscono alla guarigione. Ad esso, infatti, andrebbero aggiunte molte altre dinamiche.
Motivazione, costanza, accettazione, pazienza, forza, determinazione, lasciare andare, sono ingredienti fondamentali necessari all’elaborazione di una ferita emotiva e al suo superamento.
L’attesa passiva, al contrario, non aiuta: attendere che le cose cambino, che il dolore passi senza far nulla, senza sviluppare il giusto atteggiamento, non migliora le cose, anzi.
Il rischio, addirittura, è che il tempo serva solo per nascondere sotto il tappeto tutta la polvere, pronta a riemergere prepotentemente alla prima occasione, rievocando brutti ricordi e malessere.
Non solo: ferite emotive non elaborate possono anche peggiorare, se non guarite. Possono svilupparsi negli anni disturbi d’ansia, attacchi di panico, fobie o altre gravi problematiche.
Come usare, dunque, il proprio tempo?
Il tempo è uno strumento, non la soluzione.
“Il tempo non sistema le cose, te le fa capire e ti permette di organizzarle”
La mente, infatti, elabora le informazioni ricevute, anche quelle negative, in una maniera del tutto soggettiva.
Non è detto che il tempo, da solo, sia sufficiente per far sì che tutti i tasselli vadano al loro posto, come in un puzzle.
Il nostro intervento è fondamentale. Ecco perché ci vuole impegno, costanza e desiderio di lasciare andare il dolore.
Quali sono i passaggi fondamentali nel processo di guarigione?
Possiamo elencare in questo modo i principali step di un processo di guarigione emotiva:
- Accettazione: accettare, in primis, che sia accaduto nella nostra vita qualcosa di doloroso. Rifiutare ciò, viverlo come un’ingiustizia, trattenere a sé il dolore, non aiuta di certo;
- Lasciare andare: successivamente, è importante essere disposti a lasciare andare; che sia una persona che ci ha fatto star male, un luogo fisico, un evento, un trauma, un ricordo doloroso, dobbiamo trovargli il giusto posto nel passato, senza portarlo con noi nel presente;
- Elaborazione: usiamo il tempo che abbiamo per elaborare il dolore; questo vuol dire coltivare pensieri positivi, distaccarci emotivamente da ciò che è accaduto, concentrarci nel presente; in questo modo daremo una grande mano alla nostra mente, la quale, proprio grazie al tempo, potrà organizzare al meglio tutte le informazioni;
- Andare avanti: la vita va avanti, dandoci la possibilità di vivere altre esperienze, di essere persone migliori, con maggiori qualità e competenze, grazie al nostro vissuto. Vivere quello che ci è accaduto come un insegnamento, e non come una disgrazia o ingiustizia, sarà il segreto della nostra evoluzione.
- Chiedere aiuto (se necessario): infine, se necessario, è sempre possibile chiedere aiuto a un esperto, magari uno psicologo; se ci accorgiamo che, nonostante gli sforzi, il dolore fatica ad andar via, possiamo affidarci a un professionista che possa supportarci nel processo di guarigione. In questo modo, useremo al meglio il nostro tempo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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