Tutti noi viviamo sotto continue pressioni sociali che ci costringono a rivedere i nostri obiettivi e che ci fanno sentire fuori tempo e fuori strada. Ma davvero è così?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Qualche giorno fa è esploso il “caso” di Carlotta Rossignoli, 23enne di Verona laureatasi in anticipo e con il massimo dei voti in Medicina e Chirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Una notizia che ha scatenato un vero e proprio pandemonio in quanto sono emersi da una parte gli estimatori della ragazza e dall’altra coloro che hanno percepito qualche magagna sottaciuta e che chiedono chiarezza a gran voce.
Non solo: questa vicenda ha inoltre messo in luce un sistema mediatico “tossico”, che tende a esaltare principalmente coloro che raggiungono record strabilianti e che ottengono successi stratosferici, veicolando il messaggio di un modello di perfezione a tutti i costi, sorvolando volutamente storie di vita più “comuni”, più “normali”, ma che in realtà rappresentano il 99% dei casi.
In questo mio articolo non mi soffermerò, ovviamente, sul “caso” in sé e per sé (potete trovare sul web moltissime notizie) ma vorrei esporre una mia personalissima riflessione psicologica.
Ognuno è nel suo tempo
“Qualcuno si è laureato a 22 anni e ha trovato lavoro a 27; qualcuno si è laureato a 27 e aveva già un lavoro.
C’è qualcuno che è ancora single e ha un figlio, altri che da sposati hanno dovuto aspettare 10 anni prima di diventare genitori.
Ci sono quelli che sono una coppia, ma amano altri, quelli che si amano ma non sono niente e chi sta ancora cercando qualcuno da amare.
Tutto funziona secondo il nostro orologio: le persone possono vivere solo secondo il proprio ritmo. Può sembrare che i tuoi amici siano più avanti di te o che siano più indietro; però loro si trovano nel loro momento e tu nel tuo. Vivi con pazienza, sii forte e credi in te stesso; non sei in ritardo e non sei in anticipo. Sei nel tuo tempo!”
E. Lazzaroni – Poeta
Pressioni sociali, familiari, mediatiche, talvolta ci costringono a rivedere i nostri obiettivi, ci fanno sentire fuori strada o fuori tempo, ci costringono ad accelerare, portandoci però malessere, stress, ansie, anche a snaturarci, prendendo decisioni che, in realtà, non vorremmo prendere.
Scuole, corsi di laurea o lavori non in linea con le nostre passioni, fidanzamenti o matrimoni obbligati, nascita di figli anche se non siamo pronti, sono tutti esempi di scelte di vita che a volte facciamo pur di mantenere attivo uno status e zittire l’opinione e i giudizi esterni.
Ma quanto ci fa bene tutto ciò? Per nulla, anzi.
Ogni cosa a suo tempo
Non esiste un manuale del perfetto essere umano.
Ci si laurea a 23 anni, si trova lavoro a 25, a 28 ci si sposa e a 30 si ha il primo figlio. E, infine, si va in pensione felici e contenti a 67 anni. Una vita già scritta da qualcun altro, di certo non da noi: se siamo fuori rotta o siamo fuori tempo, siamo sbagliati!
Ricordate la serie-tv Netflix di Zerocalcare “Strappare lungo i bordi”? Ebbene, vorrei usare la stessa metafora che usa il fumettista: molto spesso abbiamo la tendenza a voler seguire una linea tratteggiata predefinita, come se fosse un destino già segnato.
Purtroppo, volente o nolente, la vita è fatta di imprevisti, di difficoltà, di paure, di momenti in cui sembriamo perdere certezze e punti di riferimento. Ed ecco che, nel tempo, perdiamo di vista questa linea tratteggiata: c’è chi va completamente fuori rotta e compie nettamente altre scelte e chi, invece, decide di rimanere immobile, nella speranza di non combinare altri danni.
Evitiamo, dunque, di paragonarci agli altri, prendendo come esempio chi è riuscito a farcela in tempi record, chi a 25 anni ha già 2 lauree, chi si laurea in medicina a 23 anni, chi ha trovato lavoro a 18 o chi a 30 anni ha già una famiglia e 2 figli. Ognuno è nel suo tempo, ogni cosa accade a suo tempo.
Non conosciamo la vita di queste persone, quali siano le loro reali capacità intellettive, emotive, economiche, quali sfide hanno dovuto o non dovuto superare, quali obiettivi si sono fissati e se li hanno effettivamente raggiunti come previsto.
Ahimè, il mondo esterno esalta solo e soltanto queste storie di vita, puntando i riflettori su un modello purtroppo “tossico” che sottolinea la bravura esclusivamente di chi vince, di chi ce la fa in tempi record, di chi ottiene tanto e più degli altri. Nessuno perde tempo a raccontare le vicende dei più, magari di coloro che si laureano nonostante figli, famiglia, un lavoro a tempo pieno.
Prendiamo quindi in considerazione solo e soltanto il nostro personalissimo ritmo: la vita ci aspetta, l’importante è crederci senza mai arrendersi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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