Il senso di colpa è un’emozione morale, associata alla sensazione di aver causato un danno a un’altra persona o per aver infranto una regola. Ma quando diventa patologica?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il senso di colpa viene definito come un’emozione morale secondaria, in quanto non rientra nella categoria delle emozioni primarie (proprie dei mammiferi) ed è associato alla sensazione di aver causato un danno, fisico o emotivo, a un’altra persona, di aver infranto una regola, non aver adempiuto a un dovere, non aver reso felici o aver soddisfatto le aspettative di qualcuno.
Il senso di colpa è una delle emozioni che si sviluppano più tardivamente, in quanto è legato ai primi rapporti relazionali al di fuori del contesto familiare. Grazie al confronto con il prossimo, il bambino inizia a costruire un primo senso di sé, può pensare alla propria persona nel contesto sociale e avvertire su di sé il giudizio degli altri e percepire le conseguenze delle proprie azioni o parole.
A cosa serve il senso di colpa?
Come tutte le emozioni, anche il senso di colpa ha una funzione positiva se vissuto in maniera sana: ad esempio, esso ci indurrebbe ad assumerci le responsabilità, a recuperare a un danno arrecato, a non lasciare le cose insolute.
Un’emozione, quindi, utilissima per permetterci di rimetterci in carreggiata, quando alcune nostre azioni o parole hanno causato malessere a qualcun altro o hanno violato una regola morale o sociale.
Quando il senso di colpa diviene patologico?
Il senso di colpa diviene patologico quando l’emozione negativa provata risulta costante e sproporzionata rispetto all’effettivo gesto commesso.
Il malessere percepito dal senso di colpa, inoltre, inficia sulla qualità della nostra vita, ci induce a pensare e a ripensare all’accaduto, creando una spirale di ruminazione, nella quale la persona si interroga su vicissitudini passate in modo circolare, senza trovare risposte utili nel presente.
I sintomi più comuni sono:
- Auto-colpevolizzarsi continuativamente;
- Punirsi mettendo in atto comportamenti compulsivi;
- Attribuirsi responsabilità anche se effettivamente non se ne hanno;
- Disturbi d’ansia;
- Episodi di attacchi di panico.
Senso di colpa patologico e psicoterapia
Uscire dalla spirale negativa del senso di colpa patologico è possibile, ma richiede impegno e volontà ferrea.
E’ un’emozione legata a doppio nodo con il sistema di valori della persona e, di conseguenza, ogniqualvolta si toccano tasti morali ed etici non sempre si è disposti a mettersi in discussione e aprire la propria mappa del mondo.
Il primo passo da compiere, meglio se accompagnati da una persona qualificata, è quello di consapevolizzare i vissuti fisici ed emotivi collegati al senso di colpa: comprendere, quindi, il reale stato di malessere e identificarlo come patologico e non come una risposta sana.
Successivamente, è necessario compiere un lavoro di accettazione, ovvero accettare serenamente quanto accaduto nel passato, senza più combatterlo (poiché è proprio questo che mantiene vivo il senso di colpa) e lavorare sulla circolarità dei pensieri negativi, fino a fermarli definitivamente.
Lavorando assieme a uno psicoterapeuta, sarà possibile pulire la propria mente dalla colpa e riprendere in mano la propria vita.
Se senti di star vivendo un periodo di senso di colpa patologico, o conosci qualcuno, puoi contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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