Scopriamo insieme in cosa consiste l’obesità, un disturbo medico e psicologico che comporta un accumulo eccessivo di tessuto adiposo nel corpo
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Con l’uscita al cinema di The Whale, l’ultimo film del regista Darren Aronofsky e interpretato da un sublime Brendan Fraser, si è tornato a parlare del problema dell’obesità e, nello specifico, degli aspetti psicologici ad essa collegata.
Per obesità si intende l’accumulo eccessivo di tessuto adiposo nel corpo, dovuto all’introduzione di più energia rispetto a quanta se ne consumi. Il peso in eccesso aumenta il rischio di malattie, come ad esempio l’insorgere del diabete, problemi cardiocircolatori e articolari, aumento della pressione sanguigna, cancro e anche disturbi di natura psicologica, come depressione, difficoltà socio-relazionali, ansia.
Fattori di rischio e cause
La letteratura scientifica ha individuato alcuni fattori di rischio, ritenuti responsabili dell’insorgere dell’obesità. Vediamoli insieme:
- Alimentazione ipercalorica: assumere troppe calorie rispetto a quelle che si riescono poi a bruciare, genera uno squilibrio nel corpo e un immagazzinamento delle calorie in eccesso sottoforma di grasso;
- Inattività fisica: la sedentarietà fisica non permette al corpo di bruciare le calorie e di migliorare il metabolismo;
- Predisposizione genetica: il metabolismo è spesso causato da una predisposizione genetica e influenza il modo di metabolizzare e accumulare il grasso corporeo;
- Stile di vita familiare: l’obesità può essere correlata ad abitudini sbagliate, apprese all’interno del contesto familiare, magari dai genitori o parenti;
- Dieta poco salutare o cattive abitudini alimentari: una dieta ricca di calorie, cibi da fast food, bevande zuccherate, mancanza di ritmi equilibrati, come ad esempio saltare la colazione o mangiare tanto la sera, sono tutti fattori che contribuiscono all’aumento di peso;
- Fattori socio-economici: secondo gli studi, l’obesità è correlata anche al contesto socio-economico; negli ambienti più poveri si tende generalmente a consumare cibi meno controllati e di scarsa qualità, con difficoltà inoltre a svolgere un’adeguata attività fisica; contemporaneamente, nei contesti agiati, si ha la tendenza a consumare cibi ricchi di zuccheri raffinati, ricchi di sodio e spesso preconfezionati;
- Carenza di sonno: dormire male o poco, ad esempio meno di 6 ore a notte, può portare a squilibri nel metabolismo;
- Farmaci: alcuni farmaci, come gli antidepressivi, steroidi, beta-bloccante, diabetici, possono influire sull’aumento del peso;
- Comorbilità: l’obesità può essere causata anche dalla presenza di altre patologie, come la sindrome di Prader-Willi e quella di Cushing.
Sintomi principali dell’obesità
- accumulo di grasso eccessivo in tutte le zone del corpo;
- disturbi del sonno;
- apnea nel sonno;
- dolori alla schiena e alle articolazioni;
- sudorazione eccessiva;
- costante senso di calore;
- eruzioni o infezioni nelle pieghe della pelle;
- sentirsi a corto d’aria dopo uno sforzo minimo;
- stanchezza e affaticamento durante il giorno.
Conseguenze dell’obesità
Chi soffre di obesità ha maggiori probabilità di sviluppare una serie di gravi problemi di salute, sia di natura fisica sia psicologica:
- concentrazioni anomale di grassi nel sangue;
- cancro incluso il cancro dell’utero, cervice, ovaia, colon, retto e prostata;
- problemi alla cistifellea;
- problemi ginecologici come infertilità e irregolarità mestruali;
- problemi cardiaci;
- elevata pressione sanguigna;
- sindrome metabolica;
- osteoartrite;
- problemi cutanei;
- infarto;
- diabete di tipo 2;
- disturbi depressivi;
- disturbi d’ansia;
- difficoltà socio-relazionali;
- insonnia.
Componente psicologica dell’obesità
Le prime esperienze col cibo possono segnare profondamente il bambino sotto il punto di vista del suo rapporto con l’alimentazione. Se a ogni malessere o pianto, il genitore offre immediatamente il latte, fin da piccoli si rischia di associare il benessere all’assunzione di cibo, interrompendo la naturale gestione della frustrazione.
Crescendo, il soggetto mantiene questa inconscia abitudine e potrebbe rispondere con il cibo a qualsiasi momento di ansia, stress o tensione.
Secondo gli psicologi, possiamo suddividere i soggetti obesi in tre differenti categorie:
- Iperfagici prandiali: persone che tendono a mangiare molto soprattutto durante i pasti, non riuscendo a controllare la quantità di cibo assunta, in assenza inoltre di senso di colpa o malessere psicologico;
- Grignotteurs: soggetti che tendono a mangiare senza regolarità, ad ogni ora del giorno, soprattutto in risposta alla noia, all’ansia o altri stimoli negativi;
- Binge Eating Disorder: alcuni soggetti obesi soffrono anche del Binge Eating Disorder, che comporta l’incapacità di controllarsi quando ci si alimenta, lasciandosi andare a vere e proprie abbuffate, in maniera del tutto disordinata e senza alcun tipo di inibizione.
In tutti questi casi, il cibo ottiene quindi un ruolo gratificante, come se avesse il potere di annullare, temporaneamente, una sensazione di malessere mentale.
Obesità e terapia
La terapia per l’obesità è multidisciplinare.
In primis, è necessario rivolgersi a un équipe medica che possa guidare la persona verso nuove e sane abitudini alimentari e un’adeguata attività fisica.
In alcuni casi, può essere necessario ricorrere all’utilizzo di farmaci specifici e, in situazioni ancora più gravi, anche a interventi chirurgici (come ad esempio il bypass gastrico o il bendaggio gastrico).
Infine, la psicoterapia è assolutamente consigliata poiché, come abbiamo visto, l’obesità racchiude in sé componenti emotive e psicologiche che alimentano il circolo vizioso dell’assunzione di cibo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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