Leggiamo insieme un racconto Zen: il falco che non poteva volare. Cosa ci impedisce di librarci in volo ed esprimerci appieno?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Un giorno, un sovrano di un piccolo regno ricevette in regalo due piccoli falchi. Con l’obiettivo di farli addestrare, li consegnò a un maestro falconiere.
Dopo alcuni mesi, però, l’istruttore avvisò il re che uno dei falchi era stato educato in maniera perfetta, ma l’altro non voleva saperne di volare: rimaneva appollaiato sul suo ramo, senza muoversi.
Furono quindi convocati guaritori, maghi, sacerdoti, ma nessuno di loro riuscì a risolvere il problema.
Una situazione apparentemente inusuale, che magicamente migliorò quando, una mattina tra tante, il piccolo falco venne avvistato librarsi nel cielo blu di quella giornata.
“Portatemi il responsabile di questo miracolo!”, ordinò il sovrano.
Davanti al re comparve un semplice contadino, una persona dalle fattezze innocenti che tuttavia sembrava mostrare molta saggezza. Incuriosito il re gli chiese:
“Come sei riuscito a far volare il falco? Sei per caso un mago?”.
“Non è stato difficile mio signore”, spiegò il contadino, “Ho semplicemente tagliato il ramo su cui era poggiato il piccolo falco. Solo allora l’uccello si è reso conto di possedere le ali”.
Riflessione psicologica
Nella vita i cambiamenti spesso avvengono quando ci diamo il permesso di uscire dalla nostra zona di comfort.
A volte, c’è bisogno di qualcuno che ci aiuti a tagliare il ramo sul quale siamo, da troppo tempo, appoggiati credendoci al sicuro.
Il bisogno di sicurezza e di certezze, però, con il tempo rischia di creare uno strato di ruggine, difficile da eliminare.
In questi casi potrebbe essere utile uno “strattone” forte, che ci permetta di aprire le ali.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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