Leggiamo oggi un racconto Zen: il maestro del tiro con l’arco, che ci insegna come strutturare bene un nostro obiettivo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Un giorno un maestro Zen, considerato da tutti come un campione dell’arte del tiro con l’arco, convocò il suo discepolo preferito e gli disse: “domani mattina all’alba incontriamoci nella radura del bosco, voglio darti dimostrazione delle mie abilità”.
Il discepolo, seppur avesse già visto più e più volte il suo maestro all’opera, obbedì.
Il giorno seguente si recarono dunque nel luogo prestabilito, nel quale si ergeva un grande tronco di quercia.
Il maestro prese dalla sua cintura un fiore e lo posizionò su uno dei rami. Dopodiché estrasse l’arco, una freccia e un fazzoletto bianco.
Si allontanò di cento passi dal tronco dell’albero e chiese al discepolo di farsi bendare accuratamente gli occhi.
Il ragazzo obbedì.
“Quante volte mi hai visto praticare la nobile e antica arte del tiro con l’arco?”, gli chiese.
“Ogni giorno, maestro”, rispose il discepolo.
“E sono sempre riuscito a colpire il bersaglio da cento passi?”.
“Sempre!”.
Con gli occhi coperti dal fazzoletto, il maestro piantò saldamente i piedi per terra, fece un profondo respiro, tirò indietro la corda con tutte le sue forze e poi scoccò.
La freccia sibilò nell’aria, ma non colpì il fiore e nemmeno l’albero: mancò il bersaglio con un margine imbarazzante.
“L’ho colpito?”, chiese il maestro.
“No, l’hai mancato completamente!”, rispose il discepolo con un po’ di disagio.
Il ragazzo rimase qualche secondo in silenzio, imbarazzato, poi chiese: “Pensavo che tu volessi dimostrami il potere del pensiero e della sua capacità di eseguire magie.”
“È così. Ti ho appena insegnato la lezione più importante circa il potere del pensiero”, rispose il maestro, “Quando vuoi conquistare un obiettivo, concentrati solo su di esso, perché nessuno potrà mai colpire un bersaglio che non vede!”.
Strutturare i nostri obiettivi
Questo racconto Zen ci insegna come strutturare al meglio i nostri obiettivi.
Qualsiasi sia lo scopo che desideriamo raggiungere, un risultato lavorativo, scolastico, universitario, relazionale, sportivo, familiare, è necessario che sia ben chiaro nella nostra mente.
La PNL ci parla infatti di “Obiettivo ben formato”, ovvero un insieme di 5 step fondamentali da seguire.
- Obiettivo formulato in positivo: ogni nostro obiettivo deve essere sempre formulato in positivo, ovvero non contenere termini come “non”, “no”, “non voglio” ecc. Molte persone sanno cosa NON vogliono, ma non sanno cosa davvero desiderano, e questo crea una dinamica di fuga, che difficilmente permette loro di raggiungere i risultati sperati. L’obiettivo ben formato deve quindi rispondere alla domanda: “cosa voglio?”.
- Obiettivo valutabile sensorialmente: l’obiettivo deve essere percepito dai nostri 5 sensi, dobbiamo poterlo immaginare visivamente, ascoltare uditivamente, sentire sensorialmente. Questo permette di assicurarci che sia effettivamente raggiungibile, non troppo astratto o una fantasticheria irrealizzabile.
- Obiettivo sotto il proprio controllo: il raggiungimento del nostro obiettivo deve dipendere da noi e da noi soltanto e deve essere compatibile con le risorse effettive che possiamo mettere in campo.
- Obiettivo vantaggioso: l’obiettivo, una volta raggiunto, deve aumentare i benefici ottenuti rispetto alla situazione attuale o, al minimo, mantenerli invariati.
- Obiettivo ecologico: un obiettivo ben formato deve preservare il benessere della persona e di coloro che sono coinvolti, direttamente o indirettamente, nella realizzazione dell’obiettivo stesso.
In sintesi, per quanto possiamo essere dei campioni di tiro con l’arco, non centreremo mai il nostro obiettivo se avremo gli occhi bendati: possiamo quindi possedere tutte le risorse e le qualità necessarie, ma senza uno scopo ben definito, difficilmente potremmo raggiungere un risultato.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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