Scopriamo insieme gli aspetti psicologici e i significati simbolici di uno dei racconti più conosciuti della mitologia greca: Perseo e Medusa.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi e di Dott. Stefano Francavilla
La storia del mito
Perseo è uno dei grandi Eroi della mitologia greca. Figlio di Zeus e di Danae e nipote di Acrisio, il Re di Argo, Perseo fu rinchiuso appena nato in una cassa assieme alla madre e gettato in mare, in quanto l’oracolo predisse al nonno che egli sarebbe morto proprio per mano del nipote.
La cassa, spinta dalle correnti, approdò sull’isola di Serifo, dove la madre Danae fu fatta schiava e Perseo allevato dal tiranno Polidette. Molti anni più tardi, Polidette organizzò un grande banchetto, per offrire un degno dono nuziale a Ippodamia, una donna che desiderava sposare. Perseo, divenuto adulto, non possedendo alcuna offerta nuziale da donare al tiranno, gli promise che avrebbe portato la testa decapitata di Medusa, una delle tre Gorgoni.
L’impresa era invero molto difficile ma in suo soccorso vennero il dio Ermes e la dea Atena, che gli donarono dei magici calzari alati, un elmo che poteva renderlo invisibile e uno scudo riflettente.
Così equipaggiato, Perseo volò nel giardino delle Esperidi e penetrò nella grotta dove le Gorgoni dimoravano. Medusa, malvagia creatura con serpenti al posto dei capelli, aveva il potere di impietrire tutti coloro che incrociavano il suo sguardo. Usando con saggezza e furbizia lo scudo riflettente regalatogli da Atena, l’Eroe riuscì a menare un preciso fendente con la sua spada e decapitare la Gorgone, senza venire pietrificato.
Dal collo reciso di Medusa nacquero il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso, che si trovavano nel suo grembo.
Perseo, in sella al cavallo alato, tornò sull’isola di Serifo, sulla quale era ancora in corso il banchetto organizzato da Polidette. Mostrando la testa della Medusa, Perseo pietrificò il tiranno, liberando la madre dalla schiavitù.
La leggenda tramanda poi che Perseo, proprio nel tentativo di riconciliarsi con il nonno, uccise involontariamente Acrisio, colpendolo con un disco lanciato nel corso di una gara (e così si avverò la profezia dell’oracolo).
Significato psicologico
Così come la maggior parte dei miti greci, anche la storia di Perseo racchiude un insieme di significati e insegnamenti. Il primo che salta all’occhio è senza dubbio il valore del coraggio. Nonostante un destino infausto, Perseo decide di accettare una sfida – uccidere Medusa – invero ostica e molto al di sopra delle sue possibilità. Ma è proprio questa determinazione, questo spirito eroico dimostrato, che attira l’attenzione delle divinità e che quindi gli permette di affrontare e vincere la sua battaglia.
“La fortuna aiuta gli audaci”, afferma il poeta romano Virgilio. Nella mitologia greco-romana, infatti, l’aiuto divino viene conferito solo a coloro considerati degni, a coloro destinati a compiere grandi imprese. Al giorno d’oggi, possiamo tradurre tale dinamica con il termine “provvidenza”, “fortuna”, “benedizione”; alla base di tutto, qualsiasi sia il potere superiore al quale crediamo, dobbiamo valorizzare in primis il nostro atteggiamento, la bontà dei nostri obiettivi e le risorse che decidiamo di mettere in campo.
Medusa: simbolo dell’intelletto pietrificato
La creatura Medusa, con la sua capacità di pietrificare chiunque incroci il suo sguardo, rappresenta simbolicamente la “perversione intellettuale”: infatti, il potere pietrificante della Gorgone può essere interpretato come una metafora della pietrificazione della realtà da parte dell’individuo: attraverso pensieri rigidi, convinzioni limitati e valori inflessibili, la persona blocca la percezione di sé stesso e della realtà circostante, trasformandosi egli stesso in una Medusa, divenendo quindi immobile e immutabile e relegato all’idea del “come dovrebbe essere secondo me…”.
La Medusa, dunque, intesa come una forma mentis di pietra e, quindi, per sua natura rigida e grigia, contraria a ogni forma di cambiamento ed evoluzione.
Questa rigidità di pensiero ci fa muovere nel mondo camminando a zig zag, proprio come Perseo nella caverna delle Gorgoni.
Perseo: volontà di cambiamento
L’Eroe Perseo rappresenta invece la volontà di dare un taglio netto a tale rigidità. Osservando le cose, le situazioni, gli eventi e le persone utilizzando un differente punto di vista (lo scudo riflettente), egli riesce a separarsi da tale immobilismo.
Avvicinandoci maggiormente a un punto di vista psicoterapeutico, Perseo può dunque rappresentare anche la figura dello psicologo, che riesce a rompere gli schemi rigidi del paziente, offrendogli un diverso modo di percepire la realtà.
Gli altri simboli
Una volta tranciata la testa di Medusa, dal suo corpo fuoriescono Crisaore e Pegaso.
Crisaore, rappresentato spesso come un gigante armato con una spada o una lancia d’oro, simboleggia la forza fisica e l’energia carnale al servizio della propria interiorità: un combattente buono che testimonia la reattività costruttiva nella difesa dei propri bisogni e nella realizzazione dei propri obiettivi… prima pietrificati.
Pegaso, il cavallo alato, racchiude in sé il senso di realizzazione, toccando le vette più alte. Partendo dalla praticità (i quattro zoccoli posati sul terreno), la creatura è in grado di librarsi in aria (grazie alle ali) e congiungersi dunque ad altre nostre capacità non-terrene, più spirituali. Pegaso, quindi, inteso come simbolo di colui in grado di svincolarsi dal peso della gravità, di liberarsi dal potere pietrificante e di andare al di là delle convinzioni, immaginando altri risvolti della realtà.
Gli oggetti magici utilizzati da Perseo, infine, possono essere analizzati come strumenti imprescindibili utili per ognuno di noi: lo scudo riflettente come metafora della capacità di vedere le cose da altri punti di vista, i calzari alati e l’elmo dell’invisibilità come metafora della delicatezza, del non giudizio e dell’astensione nell’imporre i propri valori, aiutandoci dunque a svincolarci da situazioni difficili ed evitare di calpestare le “vite” degli altri senza motivo.
Conclusioni
Il mito di Perseo e Medusa ci tramanda molteplici insegnamenti: in primis quello di allenare la mente al cambiamento e alla flessibilità, evitando di pietrificare i nostri pensieri e vivere le nostre vite guidati da convinzioni rigide e limitanti. Seguentemente, la storia di Perseo ci incoraggia a perseguire sempre i nostri obiettivi, nonostante le difficoltà. Solo chi osa riesce a ottenere risultati; l’immobilità, al contrario, ci trasforma in delle statue di pietra. Una volta tagliata la testa alla Medusa, ecco che diveniamo in grado di far emergere le parti migliori di noi: Crisaore e Pegaso, le nostre risorse più potenti.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi e di Dott. Stefano Francavilla
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