La Prosopagnosia è un disturbo neuropsicologico che comporta un’incapacità nel riconoscere i volti. Brad Pitt, famosissimo attore, ne soffre da anni
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il termine prosopagnosia, dal greco pròsopon, “faccia”, e agnosìa, “ignoranza”, fu coniato nel 1947 dal neurologo tedesco Joachim Bodamer e si riferisce a un disturbo neuropsicologico che comporta nei pazienti che ne soffrono una difficoltà più o meno grave nel riconoscere i volti di altre persone.
Esistono due tipi di prosopagnosia:
- Prosopagnosia acquisita, ovvero una condizione che un individuo può sviluppare a seguito di una lesione a carico dell’area temporo-occipitale dell’emisfero celebrale destro;
- Prosopagnosia congenita o dello sviluppo, ovvero una condizione dalle cause purtroppo ancora sconosciute e presente fin dalla nascita a dispetto di un encefalo sano.
Sintomi della prosopagnosia
Il sintomo principale di questo disturbo è quello di non riuscire a riconoscere i volti, che siano anche quelli di parenti stretti e amici o addirittura il proprio di fronte a uno specchio.
I pazienti, inoltre, sviluppano nel tempo altre difficoltà di natura psico-emotiva, quali ad esempio:
- Fobia sociale (o disturbo d’ansia sociale);
- Difficoltà nell’instaurare solide relazioni interpersonali con parenti o amici;
- Difficoltà nell’instaurare nuovi rapporti interpersonali;
- Problemi di relazione in ambito scolastico/lavorativo;
- Momenti di depressione, dovuti alle difficoltà di relazione sociale.
Quante persone soffrono di prosopagnosia?
Nella sua forma acquisita la prosopagnosia è molto rara, ma è purtroppo comune nella sua forma congenita o dello sviluppo.
Secondo una recente ricerca condotta nel Regno Unito, ben 1 individuo su 50 soffrirebbe di questo disturbo con differenti gradi di gravità, quindi anche in forma lieve.
La storia di Brad Pitt
Brad Pitt, famosissimo attore cinematografico di Hollywood, nel 2019 aveva rilasciato un’intervista nella quale affermava di soffrire di prosopagnosia.
“Ci sono tante persone che mi odiano perché credono io sia irrispettoso verso di loro. Lo giuro su Dio, mi sono convinto solo oggi a raccontarlo, quando incontro le persone dico loro: “Ok, ci siamo già conosciuti?”. Ma a volte peggioro solo le cose. Le persone si offendono e credono che io sia egoista. In realtà è più forte di me, è un mistero. Non riesco a ricordare i volti delle persone. Ma mi farò curare. Per questo a volte preferisco starmene a casa per conto mio”.
Purtroppo, a distanza di tre anni, questo disturbo fa ancora parte della sua vita.
Recentemente, infatti, l’attore è tornato a parlarne dichiarando di non essere riuscito a trovare una cura.
La terapia per la prosopagnosia
Purtroppo, ad oggi, la prosopagnosia è un disturbo cronico, non curabile.
Malgrado ciò, con le dovute contromisure e i giusti accorgimenti, chi ne soffre può comunque condurre una vita normale e appagante.
Esiste infatti una terapia contenitiva, ovvero che ha come obiettivo quello di contenere i sintomi e imparare a gestirli, per vivere meglio.
Grazie a un percorso mirato, sia medico sia psicoterapeutico, il paziente può dunque apprendere delle strategie quali:
- Riconoscere una persona dalla voce;
- Riconoscere una persona dal taglio di capelli;
- Riconoscere una persona dagli abbigliamenti;
- Riconoscere una persona dal modo di gesticolare o dal modo di camminare.
Per molti pazienti, queste strategie sono molto utili in quanto permettono anche di vivere meglio le relazioni interpersonali, gestire la fobia sociale e le difficoltà quotidiane.
Se soffri di questo disturbo o conosci qualcuno che ne soffre, chiedi informazioni al tuo medico di fiducia o a uno psicoterapeuta.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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