L’orientamento sessuale è una scelta o una condizione innata? Nasciamo già etero od omosessuali? Possiamo cambiare durante la crescita? Vediamolo insieme.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il regista bolognese Pupi Avati ha rilasciato un’intervista a “La Stampa”, parlando dell’amico Lucio Dalla, famoso cantautore scomparso anni fa.
Durante questo intervento, ha affermato che Lucio avrebbe effettuato da bambino una cura ormonale per risolvere problemi di crescita e che questa cura avrebbe causato l’insorgere della sua omosessualità.
Ma è davvero possibile un’eventualità del genere?! Risulta difficile.
Cos’è l’omosessualità
Per omosessualità si intende un’orientamento sessuale che comporta l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso individui dello stesso sesso.
L’omosessualità è presente nella specie umana fin dall’antichità: in moltissime culture, come ad esempio quella ellenica, veniva liberamente vissuta alla pari dell’eterosessualità. Nei secoli è stata poi condannata, vista come un peccato, addirittura punita.
A partire dal XX secolo, l’omosessualità è stata gradualmente “riabilitata”, fino ad essere normalizzata e considerata come un qualcosa del tutto in linea con la natura umana, almeno in quasi tutte le nazioni del mondo.
Come si diventa omosessuali? Un dibattito ancora aperto
Il dibattito scientifico è ancora aperto: ad oggi, nessuna teoria è riuscita a raggiungere un livello adeguato di verificabilità e di certezza per spiegare come mai un individuo sviluppi un certo tipo di orientamento sessuale.
La comunità scientifica, in ogni caso, è d’accordo nell’affermare come l’omosessualità non sia né una scelta, né una malattia, né può essere modificata o curata.
Inoltre, i vecchi pregiudizi secondo cui l’omosessualità sarebbe il risultato di dinamiche familiari disturbate o di un errato sviluppo psicologico non sono più considerati validi.
Possiamo quindi affermare come essa sia il frutto di una combinazione di più variabili bio-psico-sociali.
Esiste un gene “gay”?
Nel 2019 è stata pubblicata su Science una ricerca condotta su più di mezzo milioni persone, inerente alla possibilità che esista un gene “gay”, responsabile dello sviluppo dell’omosessualità.
Secondo tali studi, è stato dimostrato come i geni contribuiscano solo tra l’8% e il 25% al comportamento sessuale: non è dunque possibile prevedere l’orientamento sessuale basandosi esclusivamente su di essi o leggendo una sequenza del DNA. Non esiste, in conclusione, un gene “gay”.
Gli studi di LeVay
Secondo lo scienziato americano Simon LeVay, famoso per i suoi studi focalizzati sulla scoperta della cause dell’omosessualità, la natura omosessuale dipenderebbe da un insieme di cellule nervose, chiamato inah3, che negli uomini gay risulterebbe di dimensioni inferiore rispetto a quello degli eterosessuali.
Le origini dell’orientamento sessuale andrebbero inoltre ricercate nell’interazione tra gli ormoni sessuali e il cervello in via di maturazione, che predispone lo sviluppo della nostra mente verso un certo grado di “mascolinità” o di “femminilità”. Le interazioni tra geni, ormoni sessuali e cellule del corpo e del cervello, che caratterizzano lo sviluppo sessuale, a loro volta entrano in contatto con i fattori ambientali, sviluppandosi poi in maniera diversa nei diversi individui e portando a differenti orientamenti sessuali.
In conclusione
Anche se non abbiamo ancora una teoria universale e certa che possa spiegarci le origini dell’omosessualità, possiamo riunire assieme i vari studi scientifici e affermare come l’orientamento sessuale possa essere già frutto di una predisposizione di natura genetica e biologica la quale, grazie all’influenza ambientale e sociale, viene stimolata e quindi espressa.
Questo spiegherebbe come mai il riconoscimento della propria omosessualità vari da persona a persona: in molti emerge tra la media infanzia e la prima adolescenza, altri sanno già di esserlo senza aver avuto nessuna esperienza sessuale, altri ancora hanno bisogno di diversi stimoli prima di comprenderlo. Ci sono, inoltre, anche persone che arrivano alla piena consapevolezza del proprio orientamento sessuale in età adulta.
Senza contare, purtroppo, quell’insieme di pregiudizi e discriminazioni che rende l’accettazione del proprio orientamento sessuale molto più difficile.
Infine, per rispondere alle parole di Pupi Avati, possiamo sottolineare come l’omosessualità non sia qualcosa che insorga perché causata da fattori esterni, come una cura ormonale, ma una predisposizione interna che attende il giusto stimolo per emergere.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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