Noemi, famosa cantante italiana, racconta di essere dimagrita grazie all’aiuto di uno psicoterapeuta e parla del tabù sulla salute mentale
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Sono sempre più i cantanti, o comunque i personaggi famosi in genere, che raccontano di essersi rivolti a uno psicoterapeuta: Fedez, Michele Bravi, Cesare Cremonini, sono solo alcuni esempi recenti.
Un modo, a mio parere, per sensibilizzare tutti i cittadini sul tema della salute mentale e abbattere, letteralmente, i numerosi pregiudizi che ruotano attorno la figura dello psicologo.
Il racconto di Noemi
Qualche giorno fa, la famosa cantante Noemi ha rilasciato un’intervista a OGGI, nella quale ha parlato del mondo della musica, definendolo un'”ordalia”, nella quale o vivi o muori: si è costretti a indossare una corazza, pur di sopravvivere, e questa corazza il suo corpo e la sua mente l’avevano percepita come “chili di troppo”. Infatti, a causa dell’eccessivo stress, la cantante aveva iniziato a ingrassare, attivando un vero e proprio meccanismo di difesa psicosomatico.
Grazie all’aiuto di uno psicoterapeuta, Noemi è riuscita (usando le sue stesse parole) a “tornare magra”, non a “dimagrire”, come molti invece usano dire: una scelta di parole davvero matura, in quanto in questo modo la nostra mente recepisce il messaggio, chiaro, di voler raggiungere uno stato di forma e di benessere; “dimagrire”, invece, comporta il “perdere” qualcosa, e l’inconscio raramente si attiva in tal senso.
La cantante, inoltre, ha parlato anche delle origini del suo disagio, definendosi una persona fifona, insicura, che viveva cercando di “non disturbare”, nel timore di creare contrasti. Noemi racconta che non aveva il coraggio di stabilire le sue priorità, accontentare i propri bisogni e fare delle scelte, preferendo, invece, delegare agli altri. Questo, ovviamente, comporta un rischio, in quanto se poi gli altri sbagliano, le conseguenze siamo comunque noi a pagarle.
La salute mentale è ancora un tabù
Noemi ha, giustamente, sottolineato il concetto che, purtroppo, in Italia la salute mentale è ancora un tabù.
Lei ha chiesto aiuto, ha fatto e continua a fare psicoterapia, ma tante, anzi tantissime altre persone hanno “paura” dello psicologo, preferiscono farcela da sole, influenzate da preconcetti e pregiudizi di ogni genere.
La domanda, curiosa, che pone Noemi è la seguente: “perché mai se mi rompo una gamba vado dall’ortopedico e se ho un problema nella testa devo vergognarmi di farmi aiutare ad aggiustarlo? Farsi aiutare è un atto di consapevolezza. A patto di scegliere bene a chi rivolgersi: in queste cose le scorciatoie non esistono. Servono i professionisti”.
Esatto! Servono professionisti e i professionisti ci sono. Purtroppo, però, ancora si associa chi va dallo psicologo con la figura del “pazzo”, del malato mentale. E questo preconcetto deve essere assolutamente smontato.
Colui che si rivolge a uno psicologo è invece una persona responsabile, coraggiosa, capace di accettare i propri limiti e consapevole delle proprie responsabilità.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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