Il likeing è un nuovo fenomeno social che coinvolge gli ex e che rischia di provocare danni alla nostra salute mentale.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Quando termina una storia d’amore, un evento già di per sé complesso dal punto di vista delle emozioni, dei sentimenti e dello stato d’animo, riuscire a mantenere una distanza social dall’ex partner non è mai facile. Il pensiero di andare a controllare cosa scrive, quali foto pubblica, a chi mette i likes, è sempre dietro l’angolo. Un comportamento, inutile dirlo, disfunzionale e che di certo non aiuta a chiudere il rapporto in maniera serena e più veloce.
Negli ultimi mesi, gli esperti della salute mentale hanno focalizzato l’attenzione su un fenomeno social che prende il nome di likeing : spiare, di nascosto, i profili delle persone che mettono like o che comunque interagiscono online con l’ex.
Il likeing, se agito in maniera costante e ossessiva, rischia di provocare non pochi danni al nostro benessere psichico.
Quali sono i rischi del likeing ossessivo?
Controllare, di nascosto, i profili delle persone che interagiscono con il nostro ex, rischia di generare deduzioni e pensieri non veritieri, aumentare il grado di insicurezza, gelosia e interpretazione falsata della realtà.
Queste interpretazioni, infatti, si fondano unicamente sul numero di like che vengono messi o sulla quantità di commenti.
Si attua così un bias-cognitivo forzato e ingannevole: più like/commenti ci sono, più intimo è il grado di relazione che una data persona potrebbe avere con l’ex.
A lungo andare, il rischio è quello di generare una spirale ossessiva, ovvero un controllo costante dei profili che orbitano attorno a quelli dell’ex partner, inquinando la mente esclusivamente con pensieri negativi, fondati su gelosia, possesso e insicurezze.
Nei casi più gravi, possono anche insorgere patologie, quali disturbi d’ansia, attacchi di panico, stati d’animo depressivi e il disturbo ossessivo-compulsivo.
Qual è la causa principale del likeing?
Secondo gli esperti, il likeing verrebbe messo in atto principalmente per due motivi:
- una forma di controllo/possesso dell’altro, anche se la relazione è finita. La persona che attua likeing desidera avere la sensazione di poter controllare l’ex, spiando i profili che orbitano attorno al suo;
- difficoltà a chiudere il rapporto, soprattutto quando si è colui/colei che è stato lasciato. Il likeing sarebbe quindi un tentativo, anche se disfunzionale, per allontanarsi gradualmente dall’ex ma, in realtà, si ottiene l’effetto opposto.
Qual è la soluzione?
La fine di una relazione non è mai facile, soprattutto quando si è nel ruolo del partner che è stato lasciato.
Il rischio, come visto, è innescare una serie di comportamenti non propriamente sani, come il likeing.
Molti esperti, tra cui colleghi, propongono un approccio noto come no contact, ovvero un drastico allontanamento dai social, eliminando le app dai cellulari o addirittura cancellando i propri account. Inutile dire che chiudere definitivamente i nostri rapporti con il mondo online sarebbe l’ideale, in quanto si ridurrebbe a zero il rischio del likeing.
Ma quanto effettivamente è praticabile? Tutti noi siamo, in un modo o nell’altro, collegati in rete, sia per questioni private sia magari professionali.
La soluzione è lavorare, invece, sui pensieri e stati d’animo negativi. Un primo passo è quello di utilizzare, ad esempio, un quaderno o un diario sul quale scrivere le proprie riflessioni, mettendo a nudo paure, insicurezze e ansie. Un modo, quindi, per esternare e quindi alleggerire la mente.
Nei casi in cui il dolore sembra insormontabile e i pensieri ossessivi, è più che doveroso rivolgersi a uno psicologo-psicoterapeuta, che sappia aiutare la persona a liberarsi da questo fardello.
Se senti di essere ancora ossessivamente legato/a al tuo ex e desideri uscire da questa spirale, puoi contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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