La Legge di Murphy è una delle regole pseudoscientifiche più famose che regola il comportamento della sfortuna nella vita. Ma funziona veramente?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Ogni volta che prendo l’auto e sono di fretta, trovo tutti i semafori rossi.
Ogni volta che mi cade la fetta biscottata con la marmellata, cade sul pavimento sul lato della marmellata.
Ogni volta che devo fare una telefonata importante, ho il telefono scarico.
E così via, tantissimi altri esempi.
Questa è la Legge di Murphy: devo fare qualcosa? Ecco che le probabilità che questa cosa vada nel peggiore dei modi sono sempre più alte delle probabilità che vada tutto bene.
La Legge di Murphy: scienza o pseudoscienza?
Chiariamolo subito: la Legge di Murphy non è una vera teoria scientifica ma una umoristica regola pseudoscientifica che cerca di dare una spiegazione al funzionamento della sfortuna nella nostra vita.
Ad inventare questa legge, infatti, è stato Edward Murphy, un militare americano dell’aeronautica, che stava conducendo degli esperimenti sugli effetti della decelerazione sul corpo dei piloti mentre erano alla guida dei loro aerei.
Per portare avanti l’esperimento, Murphy posizionò sul corpo dei piloti 16 elettrodi: al termine della prova, però, i tecnici si accorsero che nessun elettrodo aveva registrato dati, poiché erano stati tutti posizionati male.
Murphy commentò l’accaduto con una frase che passò poi alla storia e che diede vita alla Legge di Murphy:
“Se ci sono due o più modi per fare qualcosa e uno di questi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno sceglierà sicuramente quello”.
La Legge di Murphy e il funzionamento nella mente delle persone
La Legge di Murphy, come spiegato, non è una regola scientifica e non ha alcuna rilevanza nella nostra vita… a meno che non siamo noi stessi a crederci!
Infatti, questa legge fa leva sul nostro pensiero: se ci convinciamo che qualcosa potrebbe andare male, inconsciamente inizieremmo ad attuare dei comportamenti (anche impercettibili) e ad avere degli atteggiamenti tali da condurci proprio all’insuccesso, dando poi la colpa alla sfortuna!
Un esempio pratico? Se sono di fretta ed esco di casa con l’auto, per poi trovare tutti i semafori rossi, di chi è la colpa? Mia che sono uscito di casa in ritardo o dei semafori?
Molte persone, purtroppo, danno la colpa a fattori esterni, come se avessero vita propria e tramassero contro di noi, pur di farci arrivare in ritardo.
Il continuo convincersi che tutto vada male e che le cose possano solo andare peggio, altro non fa che alimentare il pensiero negativo e farci credere sempre più alla Legge di Murphy, anche se non esiste.
Come uscire dal vortice della sfortuna?
Nella vita non tutto è controllabile: alcune cose accadono al di fuori del nostro controllo, sia in positivo sia in negativo.
Credere nella sfortuna vuol dire dare un potere all’esterno, togliendolo invece a noi stessi, che possiamo, al contrario, essere i veri fautori dei nostri successi e risultati.
Non tutto ha una spiegazione o, se ce l’ha, non sempre è chiara e immediatamente accessibile. Talvolta scopriamo il perché dietro alcuni accadimenti dopo molti anni e allora tutto ci sembra più chiaro.
Nel nostro presente, nel qui ed ora, concentriamoci sull’unica cosa che è sotto il nostro pieno controllo: i nostri pensieri. Guidiamo la mente verso le soluzioni non verso i problemi, riprendiamo in mano la responsabilità di quello che ci succede, senza incolpare la sfortuna, il destino o il mondo. Non esiste alcun disegno divino che stia tramando contro di noi!
E se tutto ciò non dovesse bastare, chiediamo aiuto. La sfortuna spesso ce la creiamo da soli, ed è un gran peccato!
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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