L’ipocondria è un disturbo psichico che comporta il provare una paura immotivata per le malattie e un costante stato di preoccupazione per la propria salute fisica.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Con il termine ipocondria ci riferiamo a un disturbo psichico che comporta, in chi ne soffre, una paura immotivata di ammalarsi, delle malattie in genere, un costante stato di preoccupazione per la propria salute fisica, terrore degli effetti collaterali dei farmaci e diversi altri sintomi.
La caratteristica principale degli ipocondriaci (ovvero coloro che soffrono di ipocondria) è dunque il timore inconscio di essere malati, nonostante tutte le visite mediche specialistiche (che spesso svolgono, anche con notevole dispendio economico) diano esiti negativi.
Sintomi principali dell’ipocondria
Chi soffre di ipocondria presenta uno o più dei seguenti sintomi:
- Paura inconscia e immotivata di essere malati o di potersi ammalare;
- Timore che ogni piccolo fastidio/malessere avvertito sia dovuto a una grave malattia;
- Sottoporsi periodicamente a visite mediche specialistiche e contattare incessantemente il proprio medico di base;
- Cambiare periodicamente medico, in quanto le diagnosi negative diventano sinonimo di “incapacità del medico”, anziché motivo di rasserenamento;
- Sfogarsi con amici e parenti dei propri malanni;
- Fare continue ricerche su internet, aumentando però così la propria paura e ansia;
- Misurarsi continuamente il polso e la pressione sanguigna;
- Convincersi di avere una grave malattia e sviluppare, nel tempo, i sintomi caratteristici, ovviamente di natura psicosomatica.
Cause principali dell’ipocondria
Secondo innumerevoli studi sull’argomento, lo sviluppo dell’ipocondria può essere determinato da diversi fattori:
- Avere una storia personale o familiare (ad esempio parenti stretti) di gravi malattie e/o lutti associati ad esse;
- Disturbi d’ansia preesistenti;
- Disturbo ossessivo-compulsivo preesistente;
- Convivere o comunque essere a stretto contatto con una persona ipocondriaca;
- Il vivere con un familiare affetto da ipocondria;
- Genitori ipo-protettivi, che hanno trascurato la persona ipocondriaca in età infantile e/o adolescenziale.
Ipocondria e disturbo ossessivo-compulsivo
Secondo numerosi studi, esiste una stretta correlazione tra ipocondria e disturbi d’ansia, nello specifico il disturbo ossessivo-compulsivo.
I sintomi dell’ipocondria, in questi casi, risulterebbero più debilitanti in quanto associati, oltre che alla paura, anche all’ansia, attacchi di panico, tachicardia, sudorazione, fiato corto e altre manifestazioni fisiche.
Non solo: nel caso di una diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo, il contenuto dei pensieri ossessivi risulterebbe essere connesso all’ipocondria, come ad esempio il continuo domandarsi “se il termometro abbia dato la temperatura corretta”, “se il tampone anti-covid sia stato effettuato correttamente”, “se il farmaco sia stato ingerito o meno” e di questi tanti altri esempi. Nella maggior parte dei casi, poi, l’ossessione si trasforma in compulsione, con la messa in atto di comportamenti atti a “gestire” l’ansia associata al pensiero, quindi, ad esempio, misurare la temperatura più e più volte, effettuare un tampone anti-covid 2-3 volte e così via.
Quando iniziare a preoccuparsi?
Preoccuparsi per la propria salute fisica non è sbagliato, anzi. Avere a cuore il proprio benessere, sottoponendosi ad esempio ad esami specialistici di routine, svolgere analisi del sangue, consultare il proprio medico di base, con l’obiettivo di avere sempre chiaro il proprio stato di salute, è indice di un sano “volersi bene”.
Allo stesso modo, andare a informarsi sulle possibili origini di un sintomo avvertito non è sempre sinonimo di ossessione, ma può essere semplice curiosità e voglia di capire.
La preoccupazione dovrebbe scattare quando tali comportamenti diventano debilitanti e vanno a inficiare sulla nostra vita.
Se ci accorgiamo che ogni piccolo sintomo diventa per noi motivo di paura e di ansia e “corriamo” dal medico per ogni disturbo, questo potrebbe essere un campanello d’allarme da non sottovalutare.
Ipocondria e terapia
Nella maggior parte dei casi, la terapia consigliata per l’ipocondria è quella psicoterapeutica.
La psicoterapia ha l’obiettivo di insegnare al paziente a gestire i pensieri “distorti”, le paure e i timori infondati, senza più farsi influenzare.
Si svolge poi un lavoro di introspezione, utile per comprendere le cause del disturbo, magari la presenza di traumi, lutti o gravi malattie nel passato del paziente.
In sintesi, si cerca di fornire alla persona tutti gli strumenti necessari per non mettere in atto i soliti comportamenti ossessivi o di fuga, come ad esempio navigare su internet per cercare il motivo dei propri sintomi, effettuare compulsivamente visite mediche, cambiare immotivatamente il medico di riferimento, e così via.
Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario affiancare alla psicoterapia anche una terapia farmacologica, con il supporto dunque di uno psichiatra.
Se soffri di ipocondria, o conosci qualcuno che ne soffre e che desidera essere aiutato, puoi contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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