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I risultati scolastici non dipendono solo dall’intelligenza

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Uno studio scientifico ha evidenziato come l’intelligenza non sia l’ingrediente principale per il successo scolastico: per prendere buoni voti, c’è bisogno di altro.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Settembre è arrivato e i nostri figli sono in procinto di riprendere il loro posto dietro i banchi di scuola.

I genitori inizieranno nuovamente a preoccuparsi per i risultati scolastici, sperando che i loro bambini/ragazzi portino a casa buoni voti.

Ma qual è il segreto per andare bene a scuola? Molti pensano che sia l’intelligenza. In realtà, un recente studio inglese, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour, ha evidenziato come il quoziente intellettivo sia solo parte del tutto e che non abbia neppure un ruolo così importante.

Allora quali altre qualità servono?

Lo studio: intelligenza, sì, ma anche tanta curiosità, serenità e autostima

Lo studio, condotto su ben 10.000 bambini/ragazzi dai 7 ai 16 anni, e portato avanti da esperti della Queen Mary University e dell’University College di Londra, ha sottolineato come i risultati scolastici non dipendano solo dall’intelligenza, anzi, qualità come serenità, una sana grinta e buona dose di autostima, rappresentano elementi fondamentali per migliorare il loro rendimento.

Vediamo insieme, nello specifico, le qualità che ogni scolaro dovrebbe avere:

Il consiglio dello psicologo

L’intelligenza, stando alle più recenti definizioni scientifiche, non può limitarsi semplicemente alla capacità individuale di apprendere informazioni o risolvere problemi: esistono, infatti, molteplici forme di intelligenza, ad esempio quella emotiva, sociale, intuitiva, creativa e così via.

Il mix di tutte queste abilità fornisce allo studente tutti gli strumenti necessari per ottenere buoni voti.

Ecco perché il compito dei genitori, e dei docenti, deve essere quello di stimolare curiosità, collaborazione, autostima e, soprattutto, comprendere che non tutti gli studenti possono essere bravi in tutto: in una classe avremo futuri ingegneri, futuri medici, futuri psicologi, futuri filosofi, altri studenti che non vorranno continuare con l’università e intraprendere altre strade. Nessuno è migliore degli altri: bisogna comprendere le attitudini individuali e potenziarle al massimo, senza far sentire un alunno “sbagliato” solo perché ha preso 4 in matematica e, magari, le materie scientifiche non sono per nulla la sua passione ma, al contrario, ama la letteratura.

Crediamo quindi nei ragazzi, indipendentemente dai risultati scolastici: questo è il segreto. Se sono felici, anche senza avere tutti 9 e 10, avremo fatto un ottimo lavoro!

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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