Come mai alcune persone non riescono a dire di “NO”? Farlo, al contrario, è una grande forma di rispetto verso sé stessi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Moltissime persone hanno evidenti difficoltà nel sapere dire di “NO”. In uno scorso articolo abbiamo infatti parlato del “People Pleasing”, ovvero quell’atteggiamento disfunzionale che ci porta ad accontentare e assecondare sempre il prossimo, con l’obiettivo inconscio di farsi così apprezzare.
Ovviamente, tutto questo nel tempo potrebbe comportare una perdita di sé, dei propri bisogni e causare anche la nascita di disturbi psicologici, quali ansia o forte stress.
Questo accade anche a causa dell’educazione ricevuta: genitori troppo autoritari o manipolativi, che non ci hanno dato il giusto riconoscimento né ascoltato i nostri bisogni, ci hanno portato inconsciamente a strutturare una continua ricerca dell’approvazione altrui attraverso l’offerta della massima disponibilità.
L’importanza del dire “NO”
Saper dire ogni tanto di “NO” è una grande forma di rispetto verso sé stessi. Grazie ai “NO” impariamo a mettere dei limiti agli altri, insegniamo loro fin quanto possono spingersi nelle loro richieste, è fondamentale per costruire relazioni sane e funzionali e, soprattutto, diamo valore ai nostri bisogni e desideri.
Dire di “NO” è una forma di rifiuto?
Dipende. Le altre persone potrebbero percepire i nostri “NO” come una forma di rifiuto. Scatta quindi in noi la paura che il prossimo potrebbe non volerci più bene, non vederci più come bravi, simpatici, disponibili e affidabili e quindi allontanarci. Il senso di colpa inizia a fare da padrone e questo ci porta a dire sempre “SI”, così da assicurarci di continuare a essere importanti per l’altro.
Sveliamo adesso l’arcano: questa sensazione di rifiuto, però, non dipende dal nostro aver detto “NO”, ma da una difficoltà del nostro interlocutore, del richiedente. Colui/colei che riceve un “NO” lo percepisce come rifiuto alla sua stessa persona, non alla singola richiesta che ha posto. Non è un problema nostro, ma di bassa autostima dell’altro. Non possiamo, dunque, caricarci della responsabilità di salvaguardare il benessere altrui a discapito del nostro, quantomeno non sempre.
Il circolo vizioso della disponibilità
Rispondere sempre “SI” innesca un pericoloso circolo vizioso: quello della disponibilità. Gli altri imparano, nel tempo, a fare sempre affidamento su di noi, dando infine per scontato la nostra presenza e iniziando a non valorizzare più il nostro tempo.
Ecco che, quindi, al nostro primo “NO” l’altra persona, non essendo abituata, potrebbe rimanere spiazzata e reagire negativamente nei nostri confronti. E’ quindi giusto saper alternare disponibilità e diniego, così da non creare scomode abitudini.
A cosa serve dire di “NO”
Per riuscire ad amare pienamente sé stessi, nel pieno rispetto di chi siamo, è fondamentale imparare a dire “NO” quando la nostra volontà, il nostro desiderio e il nostro bisogno vanno in direzione opposta a quanto ci viene richiesto.
Le persone alle quali importa davvero di noi potranno rimanere scontenti del nostro diniego in prima battuta, ma successivamente non avranno problemi ad accoglierlo, perché anche attraverso quello impareranno a conoscerci meglio, comprendere i nostri confini, i nostri limiti e ad apprezzarci per la nostra autenticità e a stimarci per il nostro valore intrinseco.
Imparare a dire di “NO”
Molto spesso, potrebbe essere necessario lavorare molto su di sé pur di imparare questa piccola ma di enorme importanza parolina magica.
A volte ci sentiamo bloccati a causa della paura del giudizio altrui, seguiamo inconsciamente degli automatismi nati dall’educazione ricevuta, abbiamo il timore di perdere la persona alla quale diciamo un “NO”.
Bisognerebbe imparare anche a non dare troppe spiegazioni, evitare inutili giustificazioni. Affermare “adesso non me la sento”, è più che sufficiente.
Tutto questo, ovviamente, ha a che fare più con noi che con l’altro. E’ dunque necessario affrontare questi limiti che ci auto-poniamo e darci la possibilità di agire diversamente, dando valore a ciò che realmente desideriamo.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario rivolgersi a un professionista psicoterapeuta, soprattutto quando i nostri “SI” sono ormai talmente abitudinari da condizionare negativamente la nostra vita.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.