Scopriamo insieme il fenomeno degli Hikikomori, ovvero quei ragazzi che decidono di chiudersi in casa e ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi di tempo
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Hikikomori è un termine giapponese che possiamo tradurre letteralmente con “restare in disparte” e indica un fenomeno piuttosto diffuso, soprattutto in Giappone, che coinvolge ragazzi e giovani adulti che si chiudono in casa per lunghi periodi di tempo, mesi o addirittura anni.
Coloro che decidono di ritirarsi nella propria abitazione (o nella propria stanza), riducono al minimo i contatti sociali, anche con gli stessi genitori o fratelli.
Secondo gli studi, i soggetti coinvolti hanno un’età che varia dai 14 ai 30 anni, con una predisposizione maggiore dei maschi (70-90%).
In Italia, stando alle stime dell’associazione Hikikomori Italia, si calcolano almeno 100mila casi.
Sintomi principali del soggetto Hikikomori
Colui o colei che si rinchiude in casa, mette in atto alcuni comportamenti specifici. Vediamoli insieme:
- Rifiuto verso la vita sociale per un periodo di tempo prolungato di almeno 6 mesi;
- Mancanza di relazioni intime se non quelle strettamente necessarie (es. con i genitori);
- Fingere di recarsi a scuola o a lavoro;
- Nelle rare uscite, girovagare senza meta per tutto il giorno;
- Pensieri costantemente negativi o legati alla morte;
- In alcuni casi, comorbilità con la dipendenza da internet o da videogiochi;
- Nei casi più gravi: sintomatologia simil depressiva o ansiosa;
- In rarissimi casi: suicidio.
Cause principali del fenomeno
Le cause principali del fenomeno Hikikomori sono da ricercarsi nelle caratteristiche individuali del soggetto e in dinamiche sociali:
- Cause caratteriali: il soggetto hikikomori è spesso intelligente ma anche particolarmente sensibile e con importanti deficit socio-relazionali. Ha difficoltà a stabilire relazioni sociali soddisfacenti e affronta i problemi evitandoli;
- Cause familiari: l’assenza di uno dei genitori (soprattutto il padre) o uno stile di attaccamento ansioso con la madre sono concause molto rilevanti che incidono sull’insorgere della problematica;
- Cause scolastiche: uno dei primi campanelli d’allarme è il rifiuto di andare a scuola; l’ambiente scolastico viene vissuto come negativo e potrebbe essere anche caratterizzato da episodi di bullismo e maltrattamenti;
- Cause sociali: i soggetti hikikomori soffrono molto la pressione sociale, inerente agli obiettivi da raggiungere e alla realizzazione personale; hanno inoltre una visione molto negativa della società di appartenenza.
Una particolare attenzione va data alle cause familiari. Secondo i ricercatori giapponesi Li e Wong (2015) abbiamo tre tipologie di Hikikomori:
- Ultradipendenti: soggetti che crescono che crescono in famiglie ultraprotettive, nelle quali non riescono a raggiungere uno sviluppo psicologico che permetta loro di fidarsi delle persone e di acquisire autonomia;
- Interdipendenti disfunzionali: hikikomori che sono il prodotto di dinamiche familiari disadattive che impediscono ai giovani di imparare le regole sociali di base;
- Controdipendenti: soggetti che vengono caricati di eccessive aspettative genitoriali nei loro confronti, associate a una notevole pressione nella vita scolastica o lavorativa.
Hikikomori e suicidio
Differentemente da quanto si possa immaginare, il soggetto Hikikomori raramente compie il gesto estremo del suicidio.
Nonostante in più della metà dei casi ci siano pensieri negativi legati alla morte, che molto spesso vengono anche espressi verbalmente, quasi mai si arriva a togliersi la vita.
Hikikomori e terapia
Iniziare un percorso terapeutico con un ragazzo Hikikomori è davvero difficile, a causa del suo rifiuto di instaurare rapporti sociali, anche con chi potrebbe aiutarlo.
I genitori rappresentano il primo contatto utile: loro infatti è il compito di aprirsi sempre all’ascolto e cogliere ogni piccolo segnale di richiesta di aiuto.
La psicoterapia, anche online, è indispensabile per poter uscire da questa situazione e aiutare la persona a lavorare sulle proprie dinamiche interiori e rafforzare le risorse sociali.
Se senti di star soffrendo di questa problematica o tuo figlio, un amico, un parente stretto ne soffre, contattami.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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Immagine di copertina: Foto di JuiMagicman da Pixabay