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Gravidanza riparatrice: fare un figlio per salvare una coppia in crisi

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Alcune persone decidono di fare un figlio convincendosi che questo possa salvare la coppia da una crisi: nulla di più sbagliato!

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Ogni coppia attraversa momenti di crisi, più o meno difficili. Periodi nei quali vengono messe in discussioni le basi stesse del rapporto, si riformulano interessi, obiettivi comuni, si guarda il partner sotto una nuova luce, vengono a galla i difetti reciproci spesso taciuti e nascosti, si modifica il sentimento iniziale dell’innamoramento e si comprende se possa trasformarsi in un amore maturo e duraturo.

Le crisi posso capitare sia in coppie acerbe sia in quelle con tanti anni alle spalle, magari durante un matrimonio, o in presenza di uno o più figli, a causa di una moltitudine di motivi differenti: familiari, lavorativi, economici, sentimentali, di salute, psicologici.

Tutto ciò, talvolta, genera un profondo scompenso emotivo, portando alcune persone a lasciarsi.

Alcuni, però, optano per una scelta che, possiamo già dire, è discutibile e assolutamente sconsigliata: fare un figlio pur di salvare la coppia e uscire dalla crisi!

Gravidanza riparatrice: come mai è sconsigliata

Possiamo chiamare questa decisione con il termine di gravidanza riparatrice, ovvero generare una nuova vita con la speranza che questo possa in qualche modo salvare la coppia e riunire i partner in crisi, magari riavvicinandoli avendo finalmente un obiettivo comune, quello di crescere assieme il futuro figlio.

Purtroppo, se alla base manca una sincera volontà di riappacificazione e di mettersi in discussione come persone, optare per la soluzione più facile (la gravidanza riparatrice) servirà soltanto per rimandare il problema e, ahimè, un’inevitabile fine.

Vediamo insieme quali sono i fattori determinanti alla base di questa scelta sbagliata:

Attenzione massima alla gravidanza riparatrice “calcolata”!

La forma più grave e pericolosa di gravidanza riparatrice è quella “calcolata”. Alcune persone, infatti, con il sentore che la coppia stia per esplodere o che il partner stia per lasciarle, potrebbero convincere l’altro/a a fare un figlio, così da poter utilizzare tutto ciò come una minaccia velata, come per dire “ormai dobbiamo per forza rimanere assieme, che senso ha lasciarsi”, oppure “se ci lasciamo sai quante difficoltà dovremmo affrontare adesso che abbiamo un bambino”, oppure “restiamo insieme per i nostri figli”.

Indipendentemente che sia una donna o un uomo a prendere questa decisione, questo schema viene attuato per cercare di manifestare la propria dominanza sull’altro, la propria possessività, facendo leva sui sensi di colpa e sull’importanza della famiglia unita a tutti i costi. Sono forme, queste, pseudo patologiche che andrebbero rifuggite.

La gravidanza riparatrice è sempre un insuccesso?

Chiariamo questo punto: la gravidanza riparatrice, talvolta, funziona, portando i due partner a riappacificarsi e a far durare di più la coppia. Sì, ma con quali rischi? Gli elementi di cui abbiamo parlato poco sopra restano e andrebbero prima o poi analizzati e affrontati. Si è disposti a correre il pericolo di far percepire questo peso sui propri figli? Si è disposti a mettersi finalmente in discussione e lavorare su sé stessi, dopo che il bambino sia cresciuto?

Nel caso in cui la scelta sia già stata presa e ci sia una gravidanza in corso, la coppia può sempre decidere di fermarsi un attimo a riflettere e dirsi: “bene, facciamo di tutto per trasformare tutto questo in un’occasione per evolvere, stare bene insieme e affrontare finalmente le difficoltà. Il bambino che nascerà NON sarà la soluzione, NON servirà per nascondere i problemi e far finta che non esistano, bensì è un regalo della vita, attorno al quale possiamo rinnovarci, comprendere, chiedere aiuto se necessario e garantire a noi e a lui un futuro migliore”.

Cosa fare in alternativa?

Se una coppia sta attraverso un momento di crisi, è più che fondamentale fermarsi e capire quale direzione intraprendere: una serena chiusura o un possibile riavvicinamento.

Eliminiamo dunque le rigide convinzioni del “bisogna stare per forza insieme, anche se stiamo male”, oppure “dobbiamo farlo per i nostri figli”, oppure “e gli altri poi che penseranno“.

La vita è una e andrebbe vissuta il più possibile sereni e felici, senza sacrificarsi e caricarsi sulle spalle il peso del mondo.

Nel caso in cui la coppia decida di optare per la separazione, sarebbe utile farlo in maniera guidata e pacifica: rivolgersi a un mediatore familiare per appianare i conflitti è un buon passo da compiere.

In alternativa, se si decide per il riavvicinamento, è consigliato parlare con un psicoterapeuta, che sappia aiutare i partner a mettere in luce le dinamiche disfunzionali, lavorare sui traumi, modalità comunicative inefficaci, verificare se sussista una sana vita sessuale, riformulare obiettivi comuni e potenziare, se necessario, anche le competenze genitoriali.

Se stai vivendo un momento di crisi di coppia e senti di aver bisogno di aiuto, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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