Gaslighting: distruggere il senso di realtà della vittima
Luglio 15, 2022Scopriamo insieme in cosa consiste il Gaslighting, una subdola forma di violenza psicologica, assieme all’esperta Avv. Mara Scatigno
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
in collaborazione con Avv. Mara Scatigno
La violenza non è solo fisica: spintoni, pugni, schiaffi… gesti che lasciano lividi e segni di ogni genere.
Esistono infattianche moltissime forme invisibili, difficilissime da dimostrare, sottili e subdole: parliamo della violenza psicologica e di tutte le sue sottocategorie.
Svalutazione, disprezzo, controllo, gelosia, minacce… modalità comunicative che fanno male alla mente, che distruggono l’autostima, il proprio senso di sé e creano un vuoto interiore sempre più grande.
Oggi voglio parlarvi di una forma di violenza psicologica sempre più diffusa: il Gaslighting.
Per farlo, ho deciso di intervistare una delle più grandi esperte di questo argomento: Mara Scatigno, avvocata, docente di diritto penale, scrittrice e partner dell’Associazione “Fermi con le Mani”.
Cos’è il Gaslighting?
Il gaslighting è un anglicismo utilizzato nella lingua italiana per individuare una declinazione specifica di violenza psicologica, caratterizzata da una dinamica difficilmente rintracciabile dall’esterno: il gaslighter (ovvero colui/colei che attua gaslighting) manipola surrettiziamente il partner, instillando dentro di lui il convincimento di non poter più fare affidamento sulle sue capacità di percezione della realtà. Sicché, in una spirale distorta di torti e ragioni, la vittima finisce per accreditare il gaslighter come unico referente per interpretare correttamente gli accadimenti circostanti.
L’ambito privilegiato in cui il gaslighter manifesta le sue doti manipolatorie è il tradimento: qualunque dato di realtà riferito dalla vittima sarà svuotato di significato con ragionamenti pseudo logici che sminuiranno, nel tempo, proprio il grado di attendibilità della persona manipolata (sicché ella sarà portata a credere di aver, per l’ennesima volta, “visto/letto/sentito” in modo errato qualcosa).
Si tratta di una violenza subdola che si perpetra perlopiù nell’ambito di una relazione di coppia, ma può manifestarsi altresì in vari ambiti dell’agire sociale (famiglia, rapporti di colleganza, rapporti amicali).
Quali sono le tecniche comunicative principali utilizzate da un Gasligther?
Sono tecniche manipolatorie perlopiù di tipo linguistico, deputate a trarre in inganno il manipolato affinché sia suggestionato dalla rappresentazione di una realtà (fittizia), appositamente confezionata dal manipolatore.
Il Gaslighting è una tecnica manipolatoria volontaria o involontaria?
La manipolazione malevola (che spesso integra gli estremi di una violenza psicologica) è nella maggior parte dei casi volontaria, in considerazione della circostanza per cui l’autore, nell’esercitarla, si propone di raggiungere un obiettivo specifico, giammai a beneficio del manipolato.
Può descriverci il profilo di un Gaslighter?
Il profilo del gaslighter s’identifica sovente con una personalità narcisista: una persona, di base, contraddistinta da una serie di disfunzionalità psicologiche che tuttavia è abilissimo a celare. Tuttavia esiste una serie di gradazioni di comportamenti. Il gaslighting attuato nella forma “più basilare” (ad esempio chi dice bugie per sottacere il vero) non necessariamente è posto in essere da un “narcisista perverso”, ma quasi certamente da un soggetto che è, nel lungo periodo, candidato a diventarlo.
Le vittime, invece, hanno determinate caratteristiche?
Le vittime non sono suscettibili di classificazioni aprioristiche. Anzi, personalmente ritengo che occorra sdoganarsi dal convincimento per cui le vittime debbano necessariamente identificarsi in persone fragili, non indipendenti o poco accorte. La casistica vittimologica è vasta (tanto per gli uomini che per le donne) e, soprattutto, onnicomprensiva, sia in relazione allo status sociale che al grado di istruzione. Nessuno è immune dalla manipolazione, soprattutto quando vede la propria “soglia di guardia” ridimensionata in ragione di un coinvolgimento emotivo. In via di prima approssimazione può dirsi che chi ha il controllo delle emozioni degli altri, ha le chiavi di accesso per influenzare la loro mente.
Quali possono essere le conseguenze psicologiche su chi lo subisce?
Trattandosi di un maltrattamento invisibile, le conseguenze potranno essere altrettanto, all’apparenza, non immediatamente evidenti. Indubbiamente si diversificano in ragione del grado di complessità e di sensibilità della persona manipolata (senso di inadeguatezza, depressione, insicurezza, perdita di interesse per le relazioni sociali, senso di sfiducia nel prossimo, e così via).
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Il diritto penale può aiutare le vittime? È possibile “punire” i Gaslighter secondo l’ordinamento italiano?
Il gaslighting non è codificato come reato nel codice penale. Al pari, non è penalmente rilevante la manipolazione (nel senso che non esistono reati ad hoc). Tuttavia, nell’eventualità in cui tali condotte presentino determinati requisiti di carattere sostanziale (ad es. abitualità, un preciso rapporto che qualifica tanto soggetto attivo quanto il soggetto passivo, ecc.) è possibile vedere integrato il delitto di maltrattamenti (o altri reati in concorrenza di altri requisiti).
Anche nel delitto di truffa vi è una manipolazione (“l’uso di artifici e raggiri”), come nella circonvenzione d’incapace (“indurre a compiere un atto”) e in tanti altri reati, ma è punita solo a condizione che la condotta si realizzi in un certo modo o che si leda un determinato bene giudico ovvero che si offenda una determinata categoria di soggetti.
Il grave vulnus normativo (nonostante recenti proposte di legge sull’introduzione del delitto di manipolazione, sempre bocciate per una serie di cavilli giuridici) deve necessariamente essere colmato, prima o poi.
Che consigli darebbe alle vittime?
Consiglierei di tenersi sempre aggiornati sul fenomeno della manipolazione (libri, seminari, convegni). E, ai primi segnali di disfunzionalità relazionale e di malessere psicologico (perché il sesto senso ha un peso specifico in queste dinamiche distorte, attivandosi paradossalmente prima della parte razionale), rivolgersi ad uno psicologo ed, eventualmente, ad un avvocato.
Se non sbaglio, ha scritto anche un libro sull’argomento: ce ne vuole parlare?
Il libro si chiama “Gaslighting. La più subdola tecnica di manipolazione psicologica” èd è stato scritto con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della violenza invisibile: vengono analizzati i principi di manipolazione e i meccanismi d’influenzamento, vengono approfondite le modalità di estrinsecazione del gaslighting (che tra le violenze psicologiche è la più infima) e le metodiche per riconoscere, allontanare e stanare un narcisista perverso.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
in collaborazione con Avv. Mara Scatigno
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Argomento molto interessante e ben trattato, che mi fa venire in mente il caso di famiglie fortemente tradizionaliste, in cui i genitori mettono in discussione le capacità dei figli, creando insicurezza e bassa autostima, se non problemi peggiori. Questi genitori, spesso, anziché lasciare il testimone ai figli, avviandoli alla vita, pretendono di sostituirsi ad essi, scegliendo al loro posto.
Molto interessante, grazie per lo spunto di riflessione.
Maria Pia Muli
Buonasera. Grazie a lei per l’ulteriore spunto di riflessione e per l’analisi. I futuri adulti, del resto, sono il “risultato” del modo in cui sono stati educati e trattati dai genitori da piccoli. Questa modalità troppo sostitutiva potrebbe creare adulti con bassa autostima che all’interno delle relazioni di coppia preferiscono “sparire” anziché affrontare.