Scopriamo insieme la vita di Sigmund Freud, medico neurologo, considerato il padre della psicoanalisi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Chiunque si avvicini al mondo della psicologia, per curiosità, studio o magari per desiderio di intraprendere un percorso terapeutico, difficilmente non sentirà parlare di Sigmund Freud.
Freud, infatti, è considerato come il padre della psicoanalisi e come colui che ha dato un enorme contributo alla nascita della psicologia moderna come scienza a sé stante.
Chi era Sigmund Freud
Sigmund Freud è stato un medico neurologo austriaco, considerato tra gli intellettuali più influenti del XX secolo.
Nasce il 6 maggio 1856 a Freiberg (un paese austriaco, oggi facente parte dell’attuale Repubblica Ceca). La famiglia Freud era ebrea ma, nonostante ciò, Sigmund decide di essere ateo e avverso a ogni forma di religione.
Nel 1881, si laurea in Medicina all’Università di Vienna.
Dal 1882 al 1885 lavora come medico all’Ospedale generale di Vienna, iniziando quindi la sua pratica clinica, a diretto contatto con i pazienti.
In questi anni, Freud dà il via a una ricerca sugli effetti analgesici della cocaina, sostanza ancora sconosciuta all’epoca. Dopo varie sperimentazioni (anche su sé stesso) e dopo la pubblicazione del saggio “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina”, decide che gli effetti collaterali causati dall’assunzione sono maggiori rispetto ai reali benefici, smettendo quindi di prescriverla e di farne uso.
Nel 1885 diventa docente universitario, iniziando quindi la sua carriera accademica.
Dal 1885 al 1886 si trasferisce a Parigi, per collaborare con un altro illustre medico: il Prof. Charcot. In questi due anni studia l’ipnosi, sperimentandola come cura per l’isteria e dando vita alle nozioni basilari di quella che sarà poi la psicoanalisi. Nel 1887 torna a Vienna, città nella quale apre il suo studio privato.
Gli ultimi anni del XIX secolo sono un periodo brillante per Freud: egli pubblica “Studi sull’isteria” (1895) e “L’interpretazione dei sogni” (1900), nonché inizia a diffondere il pensiero psicoanalitico, assieme ai suoi primi famosi allievi, ovvero Jung, Jones, Abraham e Ferenczi.
Nel 1910 fonda ufficialmente l’Associazione Psicoanalitica Internazionale e svolge un giro di conferenze in tutto il mondo per far conoscere la nuova disciplina.
A partire dal 1915, pubblica alcuni dei suoi testi più famosi, quali “Introduzione alla psicoanalisi” (1917), “Al di là del principio di piacere” (1920), “L’Io e l’Es” (1922).
Dopo molti anni di studi e lavoro come medico e docente a Vienna, nel 1938 è costretto a fuggire a Londra, a causa dell’annessione dell’Austria alla Germania nazista.
Freud muore nel 1939, all’età di 83 anni, a causa di un cancro incurabile al palato.
Il contributo di Freud: la psicoanalisi
Freud utilizza per la prima volta il termine psicoanalisi nel 1896, definendola come “un procedimento d’indagine dei processi mentali altrimenti inaccessibili alla coscienza e come un metodo terapeutico avente come scopo la cura delle nevrosi”.
Vediamo insieme alcuni dei pilastri e/o termini chiave di questa disciplina:
- Inconscio: in contrapposizione con la teoria positivista (predominante all’epoca), secondo Freud è impossibile controllare tutti i processi mentali ed esistono, quindi, pensieri e contenuti psichici non immediatamente disponibili in quanto non coscienti, ovvero inconsci. L’inconscio viene quindi definito, inizialmente, come la parte della mente da cui si generano pensieri e comportamenti non sottoposti al controllo della coscienza (o razionalità). Secondo Freud, l’obiettivo primario dell’inconscio è regolato dal principio di piacere, ovvero la soddisfazione di pulsioni e desideri, che possono essere scaricati nel mondo reale tramite azioni e parole o nei sogni.
- Il mondo onirico: i sogni rappresentano, per Freud, la “via regia” per comprendere appieno le dinamiche inconsce. La loro analisi, attraverso l’interpretazione, permetterebbe infatti ci conoscere i messaggi nascosti della nostra psiche e per rievocare contenuti “rimossi”.
- La rimozione: attraverso la rimozione, l’inconscio bandisce dalla mente cosciente i contenuti considerati troppo dolorosi e insopportabili, ad esempio i traumi molto forti. I contenuti rimossi vengono quindi nascosti alla razionalità, ma continuano ad agire inconsciamente.
- Nevrosi: patologia mentale causata da rappresentazioni mentali sentite come inaccettabili e con le quali la persona è in conflitto, respingendole quindi nell’inconscio, da dove però riemergono come sintomi nevrotici.
Le tre istanze della psiche: Io, Super-Io ed Es
Altra importantissima teoria sviluppata da Freud, fu quella delle tre istanze della psiche: Io, Super-Io ed Es. Utilizzando la metafora dell’iceberg, la cui punta (la parte più piccola) è emersa mentre il corpo (la parte più grande) è sommersa sotto la superficie dell’acqua, egli descrive la nostra psiche dividendola in tre parti:
- Es: l’Es è la parte dell’inconscio pulsionale, che ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni primari;
- Super-Io: è la struttura mentale che racchiude la coscienza e funge da filtro dell’Es, attraverso la morale, l’etica, l’educazione, le regole, incanalando le energie inconsce verso modalità adeguate;
- Io (o Ego): è la parte della psiche che svolge il ruolo di equilibratore (bilanciere) tra Es e Super-Io e rappresenta quello che, all’esterno, gli altri vedono di noi e che noi pensiamo di essere razionalmente.
Le fasi psicosessuali
Secondo Freud, gli esseri umani sono guidati da due pulsioni principali: Eros (pulsione di vita o libido) e Thanatos (pulsione di morte o destrudo).
La prima racchiude la creatività e gli istinti mentre la seconda è definita come un desiderio innato finalizzato alla creazione di una condizione di calma, o non-esistenza.
Inoltre, ogni persona attraversa specifiche fasi psicosessuali, dalla nascita alla fase adulta, quali la fase orale (tipica del neonato durante l’allattamento), la fase anale (piacere del bambino nel controllo della defecazione) e fase genitale (in cui i bambini si identificano con il genitore di sesso opposto, mentre il genitore dello stesso sesso è visto come rivale).
In alcune persone si verificherebbe la fissazione, ovvero un meccanismo inconscio che provoca il restare, per l’appunto, fissati a una fase psicosessuale, generando un mancato evolversi delle pulsioni sessuali e quindi una nevrosi.
Il contributo di Freud nella psicologia moderna
Oggigiorno, le teorie freudiane classiche originali difficilmente vengono applicate in psicoterapia, se non da professionisti psicoanalisti vecchio stampo. La psicoanalisi si è infatti evoluta, a sua volta diramandosi in vari altri filoni che hanno approfondito o anche respinto in parte il pensiero di Freud.
Indubbiamente, il medico austriaco ha contribuito enormemente alla nascita della psicologia moderna come oggi la conosciamo: l’importanza dell’inconscio, dei processi psichici irrazionali, dell’elaborazione dei sogni, sono infatti le basi portanti di moltissimi modelli terapeutici attuali.
La psicoanalisi ha avuto il merito di distaccarsi dalle teorie positiviste razionaliste e di considerare la mente umana non solo come una semplice macchina cerebrale ma come un complesso sistema interconnesso, in cui conscio e inconscio interagiscono costantemente.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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