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Psicologia e Cinema: Everything everywhere all at once

Everything Everywhere All at Once - psicologo bari

Analizziamo insieme, da un punto di vista psicologico, il film vincitore degli Oscar 2023: Everything everywhere all at once

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Everything everywhere all at once è il nuovo film dei registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert che ha letteralmente dominato gli Oscar 2023, aggiudicandosi le statuette come miglior film, migliore sceneggiatura, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliore attore non protagonista, migliore attrice non protagonista e miglior montaggio.

Ben sette Oscar, senza contare anche due Golden Globe, un premio BAFTA e altri numerosi riconoscimenti.

Ma quali sono i meriti di questa pellicola? E quali sono i principali aspetti psicologici? Vediamolo insieme.

Un po’ di trama (senza spoiler)

La trama del film ruota attorno alle rocambolesche vicende della protagonista Evelyn Quan Wang (interpretata da una magnifica Michelle Yeoh, vincitrice dell’Oscar come miglior attrice).

La donna è la titolare di una lavanderia a gettoni, che gestisce insieme al marito Waymond. Fin dall’inizio è possibile respirare un’atmosfera di pesantezza e di insoddisfazione che pervade le loro vite: sono una coppia in crisi, con un rapporto conflittuale con la figlia, sommersi dai debiti e rimangono uniti più per necessità che per un reale sentimento reciproco.

Il messaggio silenzioso che sembrano veicolare è: la nostra vita è un completo fallimento.

Un giorno, le loro esistenze vengono stravolte: Evelyn scopre che il mondo che conosceva fino a quel momento in realtà è solo uno dei tanti: esistono infatti moltissimi multiversi!

Purtroppo, una enorme minaccia sta per manifestarsi: Jobu Tupaki, un misterioso personaggio, vuole distruggere ogni cosa!

Sarà compito di Evelyn cercare di fermarlo.

Everything everywhere all at once: il multiverso del rimpianto

Possiamo tradurre il titolo del film come: ogni cosa, ovunque, tutto contemporaneamente.

Ed è proprio quello che accade: Evelyn è costretta a vivere e rivivere la propria vita, visitando moltissimi luoghi, in tempi diversi, tutto nello stesso tempo.

Il folle multiverso la porterà a stretto contatto con i propri demoni interiori, i rimpianti e i rimorsi di scelte di vita fatte nel passato, la metterà di fronte all’essenza piena di crepe del suo matrimonio e la costringerà ad affrontare il rapporto conflittuale con la figlia.

Un terremoto di eventi che, letteralmente, scombussola ogni cosa, la rimescola e costringe la protagonista a rivisitare le decisioni del suo passato: come un puzzle che si rompe, cadendo sul pavimento, e che desidera essere rimontato… questa volta seguendo uno schema più funzionale.

Non è forse quello che capita a tutti noi? Quante volte crediamo di aver fatto scelte sbagliate e ci costringiamo a seguire quel destino che ci siamo autoinflitti, solo perché creato da noi? Non sarebbe meglio disfare tutto e ricominciare? A volte la vita ci offre queste opportunità ma facciamo finta di non coglierle, preferendo rispettare questioni di principio o dando voce all’orgoglio: il sacrificio non è sempre un vanto, a volte è una condanna.

Il multiverso del fallimento

Evelyn vive la propria vita come un vero e proprio fallimento. Il multiverso nel quale la donna viene risucchiata può essere rappresentato metaforicamente dalle sabbie mobili, che ci risucchiano lentamente e dolcemente, quasi a volerci far credere come sia molto meglio lasciarsi andare che cercare di ribellarsi.

Le infinità possibilità sono infatti il simbolo delle imprevedibili difficoltà in cui rischiano di arenarsi le nostre aspirazioni e il nostro slancio vitale. Il fallimento è dietro l’angolo, tristemente, sempre.

Negli altri universi sei capace di tutto, perché qui non sei capace di nulla?

Alpha Waymond alla protagonista

Il multiverso è caos, ma il caos offre una scelta

Il multiverso, per definizione, è sinonimo di caos: un universo dai mille volti, nel quale vige la legge della caoticità.

Ma come tale, questo mondo sfaccettato offre infinite opportunità di scelta: cosa è più giusto per noi? Lasciarsi scivolare in un ineluttabile percorso di vita scelto dal destino (o dal caso) o prendere in mano la situazione?

Potremmo sbagliare nuovamente, questo è certo, ma ci daremmo una possibilità che stravolgerebbe le carte, offrendoci altre strade indubbiamente diverse rispetto a quelle verso le quali sembravamo destinati.

Dal fallimento nasce altro fallimento. Per uscire da questa spirale, è necessario accettare di aver compiuto scelte sbagliate, accettare di aver fallito e trovare quindi il coraggio di aprire la nostra vita al multiverso.

Solo così potremmo togliere la maschera ai nostri demoni interiori e comprendere, magari, che dietro il volto cupo e triste di nostro marito si cela molto altro o dietro l’espressione di rabbia e frustrazione di nostra figlia c’è invece amore incondizionato.

Conclusioni

Il multiverso, ovviamente, è una metafora.

Il film dei Daniels è un’allegoria delle più blasonate pellicole della Marvel e ci fa capire come, se lo desideriamo, ognuno di noi può essere il supereroe della propria vita, semplicemente accettando le opportunità che gli vengono offerte e avendo il coraggio di compiere scelte differenti.

Il multiverso altro non è che il ventaglio delle infinite possibilità, delle infinite strade che potremmo percorrere, se solo avessimo la forza di uscire dai binari preconfezionati che la società, la famiglia, le aspirazioni degli altri, le nostre convinzioni limitanti sulla vita, hanno creato per noi.

Il messaggio, dunque, è quello di trovare l’energia, quello slancio vitale che ci permetta di emergere dalla semplice condizione di sopravvivenza nella quale molte persone si autocondannano e di iniziare, realmente, a vivere.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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Immagine di copertina e termini di utilizzo: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Everything_Everywhere_All_at_Once.png

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