Quante volte ci sarà capitato di svegliarci la mattina con una canzone in testa? Scopriamo il motivo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
A molti di noi sarà sicuramente capitato di svegliarci la mattina con una canzone in testa, senza alcun motivo apparente e senza averla neppure ascoltata di recente.
Iniziamo quindi a canticchiarla o fischiettarla per tutto il giorno, ripetendo in loop questa operazione.
INMI o earworm
Gli scienziati chiamano questo fenomeno INMI, un acronimo che sta per immagine musicale involontaria.
Nel parlato comune, invece, è possibile identificarlo con il termine earworm, letteralmente “verme nell’orecchio”, dando proprio l’idea di un qualcosa che si è infilato nel nostro cervello e fa fatica ad andare via.
Secondo uno studio finlandese del 2014, a sperimentare questo curioso fenomeno è oltre il 90% delle persone, almeno una volta alla settimana.
Come mai accade?
Secondo numerosissimi studi, la nostra mente produce una enorme quantità di pensieri non coscienti, ovvero che non raggiungono la soglia della nostra percezione razionale.
Pensieri, potremmo dire, che restano in sottofondo, in background, come programmi di un computer che sono attivi ma non si vedono.
Questa mole di contenuti “sommersi” raggiunge addirittura valori vicini al 40% del nostro flusso mentale: la nostra mente vaga tra memorie e ricordi anche quando non lo facciamo volontariamente e potrebbe, quindi, ogni tanto andare a ripescare motivetti e canzoni ascoltate in passato.
Tutto ciò è ancora più vero durante la notte: essendo la razionalità in modalità stand by, si accede ad aree del cervello generalmente poco attive e quindi ricche di informazioni nascoste.
La teoria della memoria senza ricordo
Un’altra teoria alla base dell’earworm avrebbe a che fare con la memoria senza ricordo.
Quante volte ci sarà capitato di vivere dei deja vu, ovvero avere la sensazione di aver già visto, ascoltato o vissuto un determinato evento, senza però ricordarcelo razionalmente?
In sintesi, il cervello acquisisce informazioni indipendentemente dalla nostra attenzione selettiva: in pratica, anche se razionalmente siamo concentrati su un determinato compito, la nostra mente resta comunque aperta ad altri stimoli esterni e li memorizza, elaborandoli inconsciamente e immagazzinandoli.
Molti di essi, la maggior parte, vengono poi “eliminati”, altri invece restano memorizzati anche se non raggiungo la coscienza.
Facciamo un esempio: un giorno, mentre eravamo al bar a parlare con un amico, in sottofondo davano una canzone. La nostra attenzione era rivolta esclusivamente alle parole del nostro interlocutore mentre, senza averne contezza, la mente assorbiva e memorizzava anche le parole e le note della canzone. Ecco che poi, tempo dopo, una bella mattina il cervello ha tirato fuori proprio quel motivetto, apparentemente senza alcun motivo.
Earworm: bisogna preoccuparsi?
Dobbiamo preoccuparci se ogni tanto ci svegliamo con una canzone in testa? Generalmente no.
Come detto, questo fenomeno è il risultato di dinamiche mentali/inconsce del tutto normali e comuni nella maggior parte delle persone.
Una piccola postilla: secondo uno studio condotto su 200 persone dal neuroscienziato Michael K. Scullin, si è riscontrata una correlazione tra earworm e insonnia.
Tra le persone intervistate è emerso infatti che molte di loro canticchiavano un motivetto musicale in maniera ripetuta e questo causava una difficoltà maggiore nell’addormentarsi.
In questi casi specifici, si consiglia quindi di non ascoltare musica prima di andare a letto, proprio per evitare che il cervello continui a “suonare” durante la notte, attivando spontaneamente processi di memoria che possono disturbare il sonno, arrivando addirittura a interromperlo.
Inoltre, è utile apprendere tecniche di rilassamento e meditazione, così da gestire al meglio pensieri intrusivi.
Nei casi più gravi, come sempre, è possibile rivolgersi a uno psicologo, magari esperto in ipnosi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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