Scopriamo insieme come affrontare al meglio i disagi correlati al dolore cronico, adottando una moderna forma di psicoterapia.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il dolore ricopre una funzione biologica essenziale per il nostro benessere: segnala infatti una disfunzione del nostro organismo, promuove l’omeostasi fisiologica e previene, allertandoci, eventuali danni che potremmo provocarci.
Quando però il dolore diventa cronico, esso perde le sua funzionalità.
Cosa vuol dire dolore cronico?
Per dolore cronico si intende una forma di esperienza sensoriale, mentale o corporea, spiacevole e vissuta come negativa, associata o meno a un danno del corpo e che perdura da più di 3 mesi.
Alcune persone, dunque, soffrono di una forma di dolore costante nel tempo ma che ha perduto la sua funzione adattiva.
Esempi di dolore cronico sono: mal di schiena cronico (es. lombalgia), cervicalgia cronica, emicrania o cefalea cronica, dolore alle ossa, articolazioni o muscoli.
In tutti questi casi, l’individuo continua a provare dolore anche in assenza della causa fisica scatenante e per un periodo maggiore di 3 mesi dalla guarigione.
Tipologie di dolore cronico:
Esagerazione del dolore: il dolore, collegato effettivamente a un danno del corpo, è però vissuto come esagerato ed eccessivo, in relazione al danno stesso;
Dolore indeterminato: sensazione di dolore in assenza di riscontri fisici obiettivi;
Dolore con componente emotivo-affettiva: sensazione di dolore in assenza di riscontri fisici obiettivi e che scaturisce da dinamiche emotivo-affettive.
Le cause psicologiche del dolore cronico
Oltre a essere in relazione con fattori fisici, è ormai ampiamento dimostrato da moltissime ricerche (es. Michielin, 2004), come il dolore cronico sia anche conseguenza di dinamiche psicologiche, emotive e affettive: lo stato emozionale della persona, infatti, influenza le caratteristiche e l’intensità del dolore percepito, causando una iper-attività muscolare correlata ad alti livelli di stress psicologico, aumentando quindi l’effetto nocicettivo.
Il dolore cronico può quindi essere anche associato a rabbia, aggressività, paura, preoccupazione e, molto frequentemente, a umore depresso.
Secondo recenti studi, il dolore cronico è inoltre causato da percorsi neuronali non funzionanti o “bloccati”: il dolore normalmente attiva determinati percorsi neuronali che ci avvisano, in maniera adattiva, di qualcosa che non va nel nostro corpo; nel caso del dolore cronico è come se l’interruttore fosse rimasto acceso su “ON”, inviando al corpo e alla mente un messaggio di allarme anche in assenza dello stimolo.
Psicoterapia e dolore cronico
Un valido percorso psicoterapeutico può fornire grande sollievo e, soprattutto, duraturo, per tutti coloro che soffrono di dolore cronico.
L’obiettivo della terapia è quello di permettere al paziente di:
- gestire al meglio la paura del dolore;
- gestire i momenti di dolore cronico;
- ridurre l’intensità del dolore percepito;
- lavorare sulle dinamiche psicologiche causa del dolore (es. stress, ansie, preoccupazioni, traumi, ecc.);
- trasformare le reti neuronali “bloccate”.
Tra le varie tecniche psicoterapeutiche utilizzate abbiamo senza dubbio la mindfulness, l’ipnosi, la meditazione e il rilassamento psico-corporeo.
Attraverso queste pratiche, il paziente nel tempo impara a gestire il dolore, in primis accettandolo senza paura e, conseguentemente, desensibilizzandolo.
La ricerca all’Università del Colorado
Durante uno studio condotto all’Università del Colorado “Boulder”, 151 persone con mal di schiena cronico sono state sottoposte per quattro settimane a un trattamento psicologico chiamato Pain Reprocessing Therapy (PRT).
Al termine dello studio, il 66% dei partecipanti ha dichiarato di sentire scomparso il dolore e il 32% di percepirlo notevolmente inferiore. La maggior parte di loro, inoltre, ha mantenuto questi benefici per oltre un anno.
Conclusioni
Il dolore cronico è un disagio multi-fattoriale: esso andrebbe infatti affrontato rivolgendosi a differenti professionisti, quali medici, fisioterapisti e psicologi. Ignorare le componenti affettivo-emotive del dolore comporterebbe anche rinunciare a efficaci trattamenti, utilissimi per la riduzione o addirittura la scomparsa del dolore stesso.
Se soffri o conosci qualcuno che soffre di dolore cronico, parlane subito con il tuo medico, affiancando alla terapia anche il supporto di uno psicologo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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