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“Normalizzare” il divorzio? Il caso Spellbound

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Il nuovo cartone animato Spellbound, disponibile su Netflix, ha fatto infuriare molte famiglie, che lo criticano per aver “normalizzato” il divorzio. Ma è davvero così?

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Sulla nota piattaforma streaming Netflix è arrivato Spellbound, cartone animato che tratta temi molto caldi: il divorzio e le famiglie distrutte.

La trama racconta di una principessa, Ellian, che ha due genitori davvero litigiosi e in contrasto tra loro e che vengono trasformati in mostri a causa di una maledizione.

La protagonista dovrà superare numerose sfide per riuscire a dissolvere questo incantesimo ma scoprirà, a sue spese, che forse farli tornare assieme non sia la soluzione migliore.

Il cartone affronta argomenti molto delicati, soprattutto il modo in cui i bambini vengono trattati in situazioni simili, a volte ignorati, a volte utilizzati dal padre o dalla madre nei loro battibecchi.

Le critiche a Spellbound

Il cartone animato è stato molto criticato, soprattutto in America ma anche da alcune testate giornalistiche italiane, muovendogli l’accusa di aver “normalizzato” il divorzio.

Ma è davvero così?

In realtà, gli autori di Spellbound si sono avvalsi dell’aiuto di psicologi esperti in dinamiche familiari, pur di trasmettere con attenzione e in maniera leggera e divertente (ma non banale) un problema importante come quello della separazione dei genitori.

Normalizzare il divorzio? Certo che si può

Da psicologo, ritengo importantissimo normalizzare il divorzio. In Italia, secondi i dati ISTAT 2023, più del 50% degli adulti ha alle spalle un divorzio, indipendentemente che sia rimasto single o che si sia risposato.

Non solo: sempre in Italia, quasi il 60% delle unioni matrimoniali sono civili e non religiose.

Cosa vuol dire questo? Il tabù delle separazioni e del divorzio va assolutamente abbattuto, in quanto ormai rasenta la normalità: è necessario parlarne ai bambini, agli adolescenti, con serenità e leggerezza, senza creare paure, timori e giudizi immotivati su questi argomenti.

Lasciamo andare la falsa convinzione che l’unica famiglia giusta sia quella tradizionale e che i figli di divorziati siano meno felici: le ricerche dimostrano tutt’altro.

Il benessere dei bambini/adolescenti dipende dalla serenità dei genitori, non dal loro status civile: se sono separati, ma felici, i figli lo saranno di conseguenza.

Ai bambini va spiegato il dolore, non gli va negato

Una dinamica molto pericolosa, che ahimè vedo in molte situazioni familiari che seguo professionalmente, è quella di convincersi, da genitore, che evitando una separazione si possa evitare il dolore ai propri figli.

In realtà, è tutto il contrario! Far vivere bambini o adolescenti in un contesto disfunzionale, fatto di litigi, contrasti e, in alcuni casi, anche violenza verbale o fisica, altro non fa che creare loro seri danni psicologici, aumentando invece quel dolore che tanto si cerca di risparmiargli.

La soluzione migliore, anche se difficile da accettare, è invece quella di lasciar andare: non si resta assieme al partner a tutti i costi per il bene dei figli, soprattutto se le cose non vanno. Molto meglio valutare la separazione.

Non giriamoci attorno: i figli staranno sicuramente male all’inizio, è più che normale, ma nel lungo termine regaleremo loro una vita molto più tranquilla e serena, soprattutto se i due genitori, grazie al distacco, riescono a ritrovare anch’essi un loro equilibrio.

Se sei un genitore che sta vivendo una situazione familiare disfunzionale e desideri affrontarla, per te o i tuoi figli, o se sei un adolescente, con due genitori in conflitto o separati e desideri parlarne, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Nell’ottica di una sana ed etica diffusione della cultura, si invita a citare la fonte e l’autore di questo articolo nel caso si desideri condividere – in tutto o in parte – il contenuto.

Immagine di copertina tratta dal cartone animato Spellbound: Copyright Netflix.

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