Parliamo oggi del Disturbo Evitante di Personalità, che comporta una difficoltà nell’affrontare un rifiuto, un fallimento, critiche e giudizi e una conseguente immobilità e mancanza di iniziativa.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Il Disturbo Evitante di Personalità è un disturbo psicologico/psichiatrico che comporta, nella persona che ne soffre, una profonda e radicata difficoltà nel saper affrontare rifiuti, fallimenti, conflitti, critiche e giudizi, con una conseguente indole all’immobilità, mancanza di iniziativa, volontà di fare esperienza di situazioni nuove.
Le persone con questo disturbo hanno dunque la tendenza all’isolamento sociale ed esperiscono stati d’ansia ogniqualvolta sono costretti a vivere situazioni di socialità (es. pranzi in famiglia, compleanni, matrimoni) o devono approcciarsi, ad esempio, a colloqui di lavori, esami universitari o qualsiasi contesto che possa comportare il confronto con altri individui.
Il Disturbo Evitante di Personalità e il giudizio esterno
Il soggetto evitante è molto sensibile a qualsiasi critica, disapprovazione o scherno, in quanto non ha mai strutturato, negli anni, un sano e funzionale giudizio interiore. Di conseguenza, l’unica fonte per lui valida di giudizio è quella esterna.
La prospettiva che il prossimo possa quindi giudicarlo è per la persona talmente inaccettabile che preferisce, inconsciamente, evitare qualsiasi rapporto relazionale o confronto con l’altro e si spegne, nel tempo, qualsiasi spirito di iniziativa.
Cause principali del Disturbo Evitante di Personalità
Lo sviluppo di questo disturbo può essere favorito dalla crescita in un ambiente familiare invalidante e svalutante, caratterizzato da genitori con la tendenza di inibire l’iniziativa del bambino o, all’opposto, troppo esigenti e quindi causa della nascita di un rigido giudizio esterno.
Altre cause possono essere disturbi d’ansia pregressi, un temperamento introverso o estrema timidezza, traumi esperiti durante il periodo scolastico (es. con insegnanti molto severi).
Sintomi principali del Disturbo Evitante di Personalità
Vediamo insieme, nello specifico, i sintomi principali di questo disturbo:
- Evitamento di attività sociali che implicano il contatto con altre persone, in quanto si teme di essere criticati, disapprovati o rifiutati;
- Mancanza di volontà e spirito di iniziativa;
- Coltivare solo le relazioni intime (come quelle con i parenti stretti) poiché vissute come protettive;
- Preoccupazione costante di essere giudicati;
- Senso di inadeguatezza in situazioni sociali;
- Autoconvinzione di essere incapaci o comunque inferiori agli altri;
- Riluttanza nel correre rischi personali o nel partecipare a qualsiasi nuova attività;
- Sintomi d’ansia, pensieri negativi o attacchi di panico che precedono situazioni sociali obbligate.
Disturbo Evitante di Personalità e Terapia
La terapia consigliata è multidisciplinare.
Psicoterapia: un percorso psicoterapeutico è fondamentale per poter acquisire abilità sociali, imparare a stare in gruppo, alleggerire il giudizio esterno e rafforzare quello interiore, lavorando sull’autostima.
Psicoterapia di gruppo: nelle fasi più avanzate della terapia, potrebbe essere utile consigliare al paziente una psicoterapia di gruppo, così da aiutarlo nella socializzazione e nel confronto con altre persone.
Terapia farmacologica: nei casi più gravi, in cui il disturbo sia così invalidante da impedire qualsiasi iniziativa (anche andare in psicoterapia), potrebbe essere necessario ricorrere a una terapia farmacologica, basata su ansiolitici o antidepressivi, così da ridurre l’impatto dei sintomi.
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