Scopriamo insieme il “dilemma etico del male minore”, proposto dal filosofo britannico David Edmonds.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Oggi ci “divertiamo” con un quesito, conosciuto come il “dilemma etico del male minore” e proposto dal filosofo britannico David Edmonds.
La situazione:
Immaginate di trovarvi accanto a un binario ferroviario, quando all’improvviso vedete un treno in corsa che sfreccia verso di voi. Più avanti ci sono cinque persone legate sui binari. Se non fate niente, i cinque saranno travolti e uccisi, senza che il treno riesca a frenare. Per fortuna – o sfortuna – siete accanto a uno scambio: azionando quella leva manderete il treno su una linea secondaria. Purtroppo, c’è un intoppo: anche sull’altra linea c’è una persona legata sui binari; cambiare la direzione del treno si tradurrà inevitabilmente nell’uccisione di questa persona.
Che cosa fate?
1) Lasciate che il treno continui nella sua direzione prestabilita, uccidendo 5 persone?
2) Azionate la leva, salvando sì 5 persone, ma rendendovi responsabili della morte di un’altra?
Riflessioni psicologiche
La maggior parte delle persone alle quali viene rivolta questa domanda risponde di voler deviare il treno. Certo, sembrerebbe una risposta scontata, ma cosa accadrebbe se questo dovesse accaderci realmente? Riusciremmo a sopportare l’idea di essere stati responsabili della morte di un individuo, avvenuta per causa nostra? O, al contrario, riusciremmo a sopportare il senso di colpa di non aver fatto nulla e non aver salvato cinque vite?
L’effetto nocivo collaterale
Molte persone giustificano la loro scelta parlando di “male minore” o di “effetto nocivo collaterale“: per raggiungere un bene più grande, a volte bisogna accettare l’esistenza di un male minore o di un effetto nocivo collaterale, come diretta conseguenza di una nostra scelta, ma comunque meno grave del risultato finale.
Il ruolo del destino
Altre persone, di contro, preferiscono non interferire con i “piani del destino”. Perché rendersi responsabili della morte di un individuo e subirne le conseguenze del caso? Meglio osservare il susseguirsi degli eventi, senza agire.
L’esperimento della Michigan State University
Lo psicologo Carlos David Navarrete, della Michigan State University, ha riproposto tale quesito a un gruppo di 147 partecipanti. Lo psicologo ha realizzato per l’occasione una versione tridimensionale estremamente realistica della scena del dilemma, in cui i soggetti del test, indossando caschi 3D, effettuavano la loro scelta immersi in un mondo virtuale. Lo scambio ferroviario era simulato da un joystick e i soggetti indossavano dei sensori destinati a registrarne lo stato emotivo.
Il risultato? Il 90.5%, quindi 133 soggetti su 147, ha deciso di azionare la leva e scambiare i binari, salvando le cinque persone ma uccidendone una.
Durante l’esperimento è stato rilevato che nei soggetti che non avevano azionato lo scambio, si registrava un livello di eccitazione emotiva molto più elevato degli altri, un fatto che lo psicologo paragona al “congelamento” che può colpire una persona – per esempio un soldato in battaglia – nei momenti di ansia estrema.
Sempre secondo lo psicologo americano, gli esseri umani provano un’avversione istintiva a fare del male agli altri, avversione che deve essere superata obbligatoriamente da qualcosa, ad esempio dal pensiero razionale che ci aiuta a pensare alle persone che salveremo grazie al nostro gesto, anche se nocivo. Per alcuni, purtroppo, l’aumento dell’ansia è così travolgente che non riescono a fare la scelta utilitaristica, quella del “male minore”.
E voi? Che scelta avreste fatto?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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