Molto spesso le persone confondono il concetto di “devianza” con quello di “patologia” o “malattia”. Vediamo insieme i due diversi significati.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Che siano a farlo politici, personaggi famosi, professionisti, comuni cittadini, molto spesso vengono utilizzati termini errati per spiegare un determinato concetto.
Un caso che ha fatto molto discutere, avvenuto durante la recente campagna elettorale, è stato quello di definire come “devianze” alcune psicopatologie, associandole, dunque, erroneamente a dei comportamenti criminali o comunque sbagliati.
Cos’è una devianza?
Per devianza si intende ogni atto o comportamento di una persona o di un gruppo che viola le norme di una collettività, che si discosta significativamente dalle regole sociali e che, di conseguenza, può andare incontro a una qualche forma di sanzione, disapprovazione, condanna o discriminazione.
E’ importante, dunque, specificare come un comportamento deviante si manifesti in quanto tale per la risposta che esso suscita nell’ambiente socioculturale in cui ha luogo.
Volendo fare un esempio estremo, ma indubbiamente pregnante, se in una tribù di cannibali qualcuno dovesse mangiare un altro essere umano, questo non verrebbe percepito come deviante né tantomeno sanzionato. Ovviamente, se invece dovesse accadere in un qualsiasi altro luogo, allora parleremmo di crimine e di eventuali condanne.
Differenza tra devianza e crimine
Spesso i termini “devianza” e “crimine” vengono utilizzati come sinonimi. In realtà, per crimine si intende un particolare tipo di devianza che, nello specifico, viola la legge e quindi si trasforma in reato. Un comportamento deviante può infatti non essere criminale, anche se si discosta dalle norme sociali.
Ad esempio, una persona che fa abuso di alcol in un contesto socioculturale nel quale questo comportamento viene visto e giudicato negativamente, non commette alcun reato ma viene percepito come deviante.
Quali sono le principali devianze?
Alcuni esempi di devianza sono:
- Crimini e delitti (es. omicidi, furti, violenza fisica in genere);
- Abuso di alcol o droghe;
- Trasgressioni sessuali (es. prostituzione, pedofilia, pornografia, parafilie);
- Devianze religiose (es. stregoneria, settarismo religioso);
Differenza tra devianza e psicopatologia
Per psicopatologia si intende una forma di disturbo o malattia mentale, che può avere o meno cause organiche, che comporta deficit cognitivi, emotivi o di comportamento alla persona che ne soffre.
Alcuni esempi possono essere:
- Disturbi dell’umore (es. forme depressive o disturbo bipolare);
- Disturbi dell’alimentazione (es. anoressia, bulimia);
- Disturbi della personalità (es. borderline, ossessivo compulsivo, ecc.);
- Disturbi d’ansia (es. attacchi di panico, fobie ecc.);
- Disturbi psicotici (es. schizofrenia);
- Disturbi sessuali;
- Dipendenze (es. da sostanze o da gioco).
Una persona che soffre dunque di una forma di psicopatologia non andrebbe considerata, di per sé, deviante, a meno che non compia una qualche forma di crimine a causa della sua malattia o non si discosti nettamente dalle norme sociali del contesto in cui vive. In tal caso psicopatologia e devianza coesisterebbero.
E’ importante sottolineare il concetto, fondamentale, che la devianza non è una forma di psicopatologia e la psicopatologia non è una forma di devianza a prescindere.
L’importanza dell’informazione e della prevenzione
Gli esperti hanno l’arduo compito di dover salvaguardare da pericolosi etichettamenti e pregiudizi le persone che soffrono a causa di una psicopatologia.
Se si pensa inoltre che, tutt’oggi in Italia, alcuni continuano a definire come devianza l’omosessualità o addirittura chi soffre di patologie gravi quali l’obesità o l’anoressia, è quanto mai importante fare chiarezza per evitare che si creino ingiuste e pericolose ghettizzazioni.
Il rischio, soprattutto se tali errori vengono commessi da figure di rilievo, è quello di associare patologie, disagi e comportamenti violenti in maniera diretta, mancando quindi di rispetto e offendendo le persone che realmente soffrono e bollandole come devianti.
L’appello del mondo della psicologia è quello di continuare a difendere i più deboli, i bisognosi di aiuto a causa di evidenti difficoltà psicologiche o coloro che vengono attaccati da critiche sociali senza senso e prive di ogni fondamento scientifico.
Il “diverso”, purtroppo, ha sempre fatto paura al prossimo. Dobbiamo però capire che dietro un comportamento “strano”, “sbagliato”, “immorale”, c’è una persona che sta esprimendo sé stessa nella sua natura o che sta vivendo un malessere e che ha bisogno di essere aiutata.
C’è quindi necessità che si continui a investire sulla salute mentale, con progetti, finanziamenti, dialoghi costruttivi con le istituzioni, così da ridurre il più possibile le probabilità che una qualsivoglia forma di disagio possa trasformarsi in devianza e, nei casi più gravi, in un crimine.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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