Scopriamo insieme uno dei canali comunicativi più utilizzati ma meno conosciuti dall’essere umano: la Comunicazione Non Verbale.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Essendo per sua natura un animale sociale, l’essere umano vive di relazioni interpersonali, basando dunque buona parte della sua esistenza comunicando con i suoi simili.
La capacità di poter comunicare con il prossimo fonda le sue radici nell’alba dei tempi, quando ancora camminavamo su quattro zampe e non avevamo sviluppato la capacità di parlare, arrivando poi sino ai giorni nostri, dopo aver attraversato numerose fasi evolutive e dopo aver creato diversi e sempre più sofisticati strumenti comunicativi.
A differenza nostra, che sfruttiamo principalmente la nostra voce o la scrittura, i nostri progenitori utilizzavano esclusivamente suoni, versi, gesti, toccamenti, movimenti del corpo di ogni genere, pur di interagire tra loro.
Le prime forme, seppur arcaiche, di lingua parlata, risalgono infatti a “solo” 200.000 anni fa: un lasso di tempo davvero piccolo, se paragonato ai milioni di anni di storia della nostra evoluzione.
La Comunicazione Non Verbale
Come è facile intuire, l’essere umano ha da sempre utilizzato il proprio corpo per interagire con gli altri e, ancora oggi, anche se in maniera meno consapevole, continua a farlo!
Il linguaggio del corpo, o Comunicazione Non Verbale (CNV), rappresenta infatti un canale comunicativo importantissimo, che invia costantemente messaggi all’interlocutore, spesso involontariamente, e che ha il potere di influenzare, e non di poco, le nostre relazioni.
Giorni fa avevamo parlato dell’importanza di comunicare “bene”, citando il famoso psicologo americano Albert Mehrabian. Secondo i suoi studi, le persone si concentrano inconsciamente sulla non verbalità, che influisce per ben il 55% sulla qualità della comunicazione.
Per Comunicazione Non Verbale si intende dunque qualsiasi messaggio, volontario o involontario, che viene inviato dal nostro corpo.
Essa si suddivide in:
- Espressioni del nostro viso o mimica facciale (esempio sorrisi, corrucciamenti, digrignamento dei denti, arrossamento della pelle e così via);
- Gestualità (movimenti delle mani, delle braccia o delle gambe);
- Prossemica (gestione dello spazio);
- Postura;
- Aptica o digitale (toccamenti/contatto sul nostro corpo o sul corpo dell’interlocutore);
- Abiti e aspetto esteriore (modo di vestire, trucco, capelli, odore)
Come mai i segnali inviati dalla CNV sono involontari?
Quante volte ci sarà capitato di compiere un gesto e non accorgercene? Come mai non riusciamo a controllare le espressioni del nostro viso?
La Comunicazione Non Verbale, a differenza di quella “verbale” (il parlare), non è controllabile e si attiva involontariamente, poiché le informazioni sensoriali non verbali vengono elaborate in modo estremamente rapido dalle strutture cerebrali profonde alla base del cervello (es. nuclei del talamo) prima di essere inviate alla corteccia, responsabile invece della produzione linguistica e del pensiero razionale, ma in comparazione più lenta.
Ad esempio, una persona che soffre di aracnofobia, di fronte alla percezione sensoriale della presenza di un ragno, scapperà a gambe levate urlando (risposta “non verbale”), nonostante la sua parte razionale le suggerisca che “tanto è solo un ragnetto“.
L’importanza di conoscere la CNV
Uno degli assiomi della comunicazione, formulati dal famoso psicologo e filosofo Paul Watzlawick, recita:
E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE
Anche rimanere in silenzio, ad esempio, è un modo per inviare all’interlocutore un messaggio. Qualsiasi nostro gesto, anche se involontario o silenzioso, è dunque comunicazione.
E’ pertanto fondamentale conoscere il nostro corpo e quali informazioni esso potrebbe inviare: i nostri stati emotivi, le nostre sensazioni, il nostro disappunto o al contrario la nostra approvazione per uno specifico argomento, e così via.
Le nostre emozioni, ad esempio, influiscono direttamente sul nostro modo di porci rispetto al prossimo, sul nostro modo di gesticolare, sulle nostre espressioni del viso e molto altro.
Comunicare bene, con tutto il corpo, facilita quindi, e non di poco, le relazioni interpersonali.
Tuttavia, imparare a gestire la CNV, è un’arte che non si impara in un batter d’occhio semplicemente studiando sui libri. Richiede dedizione, esercizio, fallimenti e successi. L’aspetto meraviglioso è che, grazie a ciò, potremmo imparare a conoscerci meglio, ascoltarci, amarci e rispettarci di più.
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© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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