Scopriamo insieme la claustrofobia, ovvero la paura irrazionale degli spazi chiusi e angusti
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Per claustrofobia si intende la paura irrazionale e immotivata per i luoghi chiusi e angusti, spesso associata anche all’evitamento di oggetti o situazioni che creano senso di oppressione e sensazione di mancanza di libertà di movimento.
Alcuni esempi possono essere: prendere l’ascensore, guidare l’auto in galleria, fare una risonanza magnetica, camminare in un corridoio stretto, e così via.
Il termine deriva dal latino “claustrum”, ovvero “spazio chiuso”.
Essa è una difficoltà che rischia di essere molto limitante nella vita di una persona, in quanto, nella propria quotidianità, siamo spesso portati ad approcciarci a situazioni che prevedono la presenza di spazi chiusi.
I sintomi più comuni della claustrofobia
I sintomi più comuni di questa fobia sono:
- Ansia e paura
- Desiderio irrazionale di fuggire
- Sensazione di essere in trappola
- Sudorazione
- Respirazione rapida o iperventilazione
- Nausea e vomito
- Battito cardiaco accelerato
- Svenimento
- Tremore e brividi
- Vertigine
- Intorpidimento e formicolio
La claustrofobia, inoltre, si suddivide in due diversi momenti:
- l’evitamento, ovvero impegnarsi per evitare i luoghi chiusi;
- la fuga, ovvero cercare in ogni modo di scappare da uno spazio chiuso e vissuto come opprimente.
Le cause della claustrofobia
A seguito di numerosissimi studi, le cause di questa fobia sono da collegare alla presenza di traumi passati, eventi nei quali la persona ha vissuto un esperienza emotivamente negativa, legata a uno spazio chiuso, ad esempio essere rimasta bloccata in ascensore per diverso tempo.
I traumi, come a volte accade, possono anche essere indiretti o acquisiti, ovvero attivarsi attraverso il racconto di un’esperienza negativa da parte di una persona a noi vicina o, per assurdo, ascoltando una notizia al telegiornale di simile contenuto.
Correlazione con altri disturbi
Persone che soffrono di altri disturbi, ad esempio disturbo d’attacco di panico, disturbo d’ansia generalizzato o fobia sociale, potrebbero veder aumentate le possibilità di esperire anche la claustrofobia.
Come superare la claustrofobia?
Oggi, grazie all’utilizzo di numerose tecniche e di efficaci piani terapeutici, è possibile superare questo disturbo.
Il primo passo, dunque, è quello di rivolgersi a uno psicoterapeuta che sappia aiutare la persona a comprendere ed elaborare il trauma che si cela alla radice di questa fobia e, contemporaneamente, iniziare un percorso utile per desensibilizzare questa paura irrazionale.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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