Il modo in cui i media ci comunicano l’emergenza “caldo” assomiglia molto a un terrorismo meteorologico. Vediamo insieme il perché.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Premessa fondamentale: l’estate è nel suo pieno, le temperature effettivamente sono alte, in alcune città si registrano quasi 40 gradi, il tasso di umidità è elevato, esiste un’emergenza climatica e, anno dopo anno, il rischio è quello che la temperatura media del pianeta diventi sempre più alta.
Questi sono dati inoppugnabili, numeri e valori che nessuno dovrebbe negare. All’opposto, però, abbiamo chi sfrutta queste informazioni per veicolari messaggi di terrore, notizie false e cariche di paura, con il solo obiettivo di aumentare l’audience e generare terrorismo psicologico.
Ci riferiamo, come spesso accade, ai media e ai principali canali informativi: tv e internet.
L’appello del meteorologo Giuliacci
Il famoso meteorologo Giuliacci ha lanciato un appello: “basta terrorismo sul clima!”.
Secondo l’esperto, i media gonfierebbero i numeri delle temperature solo per ottenere maggiore attenzione, veicolando anche messaggi tendenziosi e falsi.
Ogni anno, sembra che sia l’estate più calda di sempre, ma questo, come intuibile, non è vero.
L’unica città nella quale si sono superati i 40 gradi è stata Roma, ma secondo i TG sembra quasi che tutta l’Italia sia sotto questa ondata di caldo infernale.
Non solo: se fosse vero che in alcune zone del Paese si sia arrivati a 45-50 gradi (?!), ci sarebbe stata un’ecatombe di persone fragili! Cosa che, fortunatamente, non si è verificata.
I numeri dei decessi causati dalle alte temperature sono gli stessi degli anni passati.
Inoltre, usare termini come “tempesta di caldo” è di per sé sbagliato, proprio da un punto di vista scientifico. Non vuol dire nulla, non esistono in natura le tempeste di caldo!
Giuliacci non le manda a dire: “ormai siamo allo stupidario meteorologico!”.
Nomi da Inferno Dantesco
Ogni anno, i canali d’informazione usano appellativi sempre più evocativi per denominare le correnti di aria calda in arrivo dall’Africa: Caronte, Cerbero, Lucifero!
Questa scelta altro non fa che suscitare paura in coloro che ascoltano queste notizie e che sono, di base, soggetti ansiosi.
L’anticiclone africano è lo stesso da decenni. A cosa serve affibbiargli, di volta in volta, un nome sempre più infernale e fonte di terrore?
La temperatura percepita viene utilizzata al posto di quale effettiva
In uno scorso articolo (vi lascio il link poco in basso) ho spiegato la differenza tra temperatura effettiva e temperatura percepita. La temperatura effettiva è quella misurata oggettivamente da un termometro, mentre quella percepita risente di tante altre variabili quali il tasso di umidità, la presenza o meno di vento e la capacità di termoregolazione individuale.
In estate, molto spesso la temperatura percepita risulta essere più alta di quella effettiva, principalmente a causa dell’umidità.
I media, purtroppo, usano quest’ultimo valore (più alto!) per comunicare quanto caldo faccia in un determinato luogo. Ma questo non è corretto, proprio da un punto di vista scientifico.
La temperatura percepita è soggettiva! Non può essere comunicata su internet o in tv e renderla universale. Questo condiziona, negativamente, le persone, che si aspettano quindi che fuori ci siano 5 gradi in più di quelli effettivi.
La temperatura percepita risente anche, e soprattutto, della capacità di termoregolazione individuale che è differente da soggetto a soggetto. Alcune persone, con una buona termoregolazione, potrebbero addirittura percepire meno gradi di quelli effettivi. E allora perché veicolare numeri gonfiati?
Più genero terrore, più attraggo l’attenzione
I media, questo, lo sanno benissimo. Così come è stato negli anni passati (vedasi il periodo Covid o la guerra in Ucraina), la paura ha sempre funzionato da calamita: più il messaggio veicolato genera terrore, maggiore è l’attenzione che si ottiene.
Questo, però, non deve condizionarci: siate sempre consapevoli che le notizie che leggiamo o che ascoltiamo sono e saranno sempre condite il giusto per essere appetibili e per generare attrattività.
Impariamo a informarci su più canali (sempre affidabili, mi raccomando) così da mettere insieme i pezzi e avere un quadro il più oggettivo possibile.
Riflessioni conclusive
Che faccia caldo, questo è fuori discussione. Bisogna stare comunque attenti, prendersi cura di sé, soprattutto se si appartiene a categorie fragili, evitare di uscire nelle ore più calde, idratarsi e, per gli amanti del sole, usare le giuste protezioni.
Inoltre, evitiamo di farci condizionare negativamente da ciò che leggiamo o ascoltiamo: l’emergenza caldo esiste, questo è indubbio, ma gonfiarla troppo non ha il minimo senso.
Godiamoci l’estate e stiamo semplicemente attenti al nostro benessere.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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