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Breadcrumbing: concedere solo poche briciole d’amore

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Il Breadcrumbing è una dinamica relazionale tossica che comporta il concedere al partner solo poche briciole d’amore.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Da molti anni la psicologia sta approfondendo le tante dinamiche relazionali che si instaurano all’interno dei rapporti di coppia tossici, disfunzionali o patologici.

Una di queste è il breadcrumbing, un inglesismo che possiamo tradurre letteralmente con sbriciolare il pane, e che consiste nel concedere al proprio partner solo poche briciole d’amore.

Nella pratica, vengono messi in atto comportamenti scostanti ma mirati, con l’obiettivo di tenere legato a sé il partner, senza impegnarsi veramente nella relazione e concedendosi, ogni tanto, manifestazioni d’amore come invio di messaggi, reazioni sui social, brevi incontri, pur di mantenere nell’altro/a viva l’illusione che il rapporto sia ancora in piedi.

Come mai si attua il breadcrumbing?

Le persone che concedono solo poche briciole del loro amore lo fanno principalmente perché non avvertono un reale sentimento per il partner ma, al contrario, vivono la relazione come un passatempo. Di conseguenza, non ci si lascia andare completamente e solo ogni tanto si fa qualche gesto per tenere vivo il rapporto.

Dopo che si è raggiunta la sensazione di aver “accontentato” il partner, si sparisce nuovamente per qualche giorno per poi ricomparire e riiniziare questo circolo tossico.

Inoltre, comportandosi in questo modo si illude sempre l’altro/a che la relazione possa prima o poi evolversi e passare a un livello successivo, mantenendolo così legato a sé in questa spirale.

Possiamo parlare in tutto e per tutto di una tecnica di manipolazione: sottolineiamolo, attuare breadcrumbing è una scelta volontaria e consapevole, non è il frutto di una difficoltà emotiva.

Chi sono le vittime del breadcrumbing?

Vivere in un rapporto di coppia nel quale uno dei due partner mette in atto il breadcrumbing non è di certo facile, anzi.

Subire costantemente questa dinamica tossica altro non fa che creare crepe nella nostra autostima e accettazione di noi stessi.

Nel tempo, ci si convince che per tenere vivo un rapporto possano bastare solo poche briciole d’amore, di attenzioni e di affettività e che se l’altro/a ci dona così poco è perché in realtà non meritiamo di più.

La vittima, inoltre, tende a soffrire anche perché vive un’impossibilità nel costruire un progetto assieme al partner, sempre così scostante e poco presente.

Contemporaneamente, nonostante tutte queste difficoltà e la sofferenza che si subiscono, inconsciamente si preferisce tenere in piedi un rapporto simile, per paura di restare soli o di sentirsi sbagliati in caso di chiusura.

Nel lungo periodo, l’alternarsi continuo di attenzioni che gratificano e che illudono e di momenti di silenzio e di completo abbandono, possono generare uno stato di confusione, di disorientamento, difficoltà di pensiero lucido, stati d’animo depressivi e ansiosi.

Breadcrumbing e psicoterapia

Il primo step è quello di far comprendere alla persona coinvolta di trovarsi all’interno di una relazione tossica e, spesso, questo è lo scoglio più difficile da superare. Dall’esterno, infatti, sembra tutto facile: ma quando si vivono nel profondo tali dinamiche disfunzionali, aprire gli occhi è davvero complicato.

L’aiuto di amici, parenti, persone fidate e, perché no, di uno psicologo-psicoterapeuta, potrebbe sicuramente giovare.

Lo scopo di una psicoterapia, in tal senso, è proprio quello di aiutare la persona a tirarsi fuori da questa relazione, trovare dentro di sé le qualità e le risorse necessarie, aumentare la propria autostima e riformulare le proprie aspettative, spesso troppo alte o rivolte a chi non merita un nostro investimento sentimentale e di energie.

Bisogna quindi trovare la forza per uscire dall’illusione che prima o poi tutto migliorerà, che il rapporto potrà evolversi e che il partner potrà magicamente cambiare. Queste storie, generalmente, non hanno un lieto fine.

Se stai vivendo un rapporto di coppia tossico e vuoi un aiuto a uscirne, puoi contattarmi.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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