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Ansia normale e ansia patologica: come distinguerle?

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L’ansia è uno stato emotivo molto comune, che provano tantissime persone. Ma come fare per differenziare quella normale da quella patologica?

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

Con il termine ansia ci riferiamo a uno stato emotivo vissuto da tantissime persone.

Generalmente, si manifesta tramite sensazioni sgradevoli, quali sintomi fisici di vario genere, pensieri negativi, preoccupazioni, inquietudine, paura, e può attivarsi in diversi momenti della giornata, spesso associata a situazioni presenti o future, vissute come potenzialmente pericolose.

L’importante, però, è saper distinguere l’ansia “normale” da quella che potremmo definire patologica. Infatti, non sempre lo stato ansioso è sinonimo di malattia.

Ansia normale e ansia patologica

L’ansia “normale”, ovvero quella fisiologica, è uno stato emotivo di tensione psicologica e fisica, che si attiva di fronte a situazioni esperite come difficili, pericolose o inusuali.

A livello adattivo, essa si manifesta per permetterci di tirar fuori da noi tutte le risorse necessarie per affrontare una sfida, consentendoci così di essere più performanti e funzionali.

L’ansia patologica, invece, limita il nostro benessere, attivando sintomi fisici e psicologici in maniera eccessiva e incongruente rispetto al reale pericolo da affrontare.

Spesso, inoltre, essa può manifestarsi in situazioni vaghe, senza una precisa causa riconoscibile e divenire cronica nel tempo: in tal caso si parla di disturbo d’ansia.

Come riconoscere le due tipologie di ansia?

Vediamo insieme come riconoscere le due tipologie di ansia, quella fisiologica e quella patologica.

Ansia “normale” o fisiologica:

Ansia patologica:

Facciamo un esempio pratico

Uno studente universitario sa che tra due settimane dovrà sostenere un esame.

In caso di ansia “normale” o fisiologica, egli vivrà uno stato di tensione psicofisica adattivo, ovvero inizierà a pensare al reale pericolo dell’esame, al fatto che dovrà studiare in maniera seria e soddisfacente per i prossimi giorni, penserà alla possibilità che il professore possa fargli domande difficili e così via.

Tutti questi pensieri e sensazioni, tuttavia, lo aiuteranno ad essere motivato e più concentrato, in quanto l’ansia, in tal caso, diviene un mezzo che la mente usa per sottolineare l’importanza di questo evento.

Se, al contrario, lo studente in questione viene sopraffatto dall’ansia patologica, egli rischierebbe di focalizzare la sua attenzione su pensieri negativi, preoccupazioni eccessive, vivendo anche stati fisici deleteri, come quelli menzionati nel paragrafo precedente.

La sua giornata verrebbe rovinata dall’ansia, non riuscirebbe a studiare bene e in maniera efficace, riducendo anche le sue capacità di apprendimento.

Infine, il giorno dell’esame, andrebbe lì già demotivato e “sconfitto”, convinto che tanto “andrà tutto male”. Peggio ancora, attuerebbe strategie di evitamento e di fuga, non presentandosi.

Il consiglio dello psicologo

Vivere momenti di ansia è normale e naturale. Siamo esseri umani e questo stato emotivo ci serve per sottolineare l’importanza di alcune sfide o situazioni da affrontare.

Se però ci accorgiamo che l’ansia diviene deleteria, bloccante e limitante, allora è giusto che iniziamo a prenderci cura di noi stessi.

Parlarne con uno psicologo è il primo passo, utilissimo per capire le cause di questa ansia, come affrontarla e come risolverla nel migliore dei modi, prima che si trasformi in un vero e proprio disturbo cronico.

Se invece già soffri di un disturbo d’ansia, puoi contattarmi e iniziare un percorso psicoterapeutico per superarlo.

© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari

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