L’ansia da esame è una forma di ansia anticipatoria e da prestazione che si verifica in concomitanza con esami, interrogazioni, test e colloqui di lavoro. Come superarla?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
L’ansia da esame è definita come una forma di ansia anticipatoria e da prestazione, uno dei problemi più diffusi nell’ambiente scolastico e universitario: moltissimi studenti, infatti, vivono un vero e proprio tormento ogniqualvolta debbano mettersi alla prova durante un esame, un’interrogazione, un test scritto o anche un colloquio di lavoro.
Tutto ciò potrebbe generare paure, forte stress, blocco nello studio, attacchi di panico, insonnia, inficiando negativamente i risultati ottenuti.
Ansia da esame: quando è normale?
L’ansia da esame è una sensazione che proviamo più o meno tutti. E’ quasi impossibile, infatti, mantenere una totale calma, anche perché ciò che stiamo affrontando rappresenta comunque una sfida per noi importante, che sia un esame universitario, un’interrogazione a scuola o un colloquio di lavoro.
Viverla, quindi, è più che normale: quando è sana, e sotto certi livelli, l’ansia ci aiuta a dare il giusto valore allo studio, a concentrarci, a stimolare la memoria.
Un modo che ha la mente per dirci: “questa cosa che stai facendo è importante, mettici tutto te stesso!”.
Ansia da esame: quando diviene un problema?
Può capitare che l’ansia da esame sia eccessiva, incontrollabile e prolungata nel tempo.
Le giornate di studio diventano insostenibili, le paure affollano la mente, non si riesce a studiare bene o si vivono dei veri e propri blocchi.
Quando ciò accade, è giusto fermarsi e chiedersi cosa si stia sbagliando e come mai la mente stia inviando questi forti messaggi.
I sintomi principali dell’ansia da esame
Vediamo insieme quali sono i principali sintomi dell’ansia da esame:
- Sintomi fisici: emicrania, problemi gastrointestinali, tachicardia, sudorazione eccessiva, fiato corto;
- Sintomi psicologici: paura incontrollabile, sensazione di inadeguatezza, paura del fallimento, bassa autostima, sensazione di fuga, pianto o risa incontrollati, irritabilità, difficoltà nel gestire le emozioni (soprattutto la rabbia), difficoltà di concentrazione;
- Sintomi comportamentali: agitazione, irrequietezza, insonnia, abuso di sostanze.
Come afferma David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), in vista degli esami si è riscontrato che alcuni studenti, a causa dell’ansia, fanno ricorso anche a farmaci, fumo, sostanze e alcool, pur di ridurre la sensazione di malessere. Tutto ciò nasce da una carente capacità di affrontare lo stress.
Le cause dell’ansia da esame
Le cause dell’ansia da esame sono molteplici e soprattutto soggettive. Impossibile, quindi, stabilire in maniera obiettiva le motivazioni che scatenano questo malessere.
Vediamo però insieme le cause più diffuse:
- Paura di non aver studiato abbastanza: ognuno di noi ha una personale consapevolezza del proprio grado di preparazione. Quando abbiamo la sensazione che questo livello minimo non sia stato raggiunto, scatta l’ansia da esame, assieme a paure, la convinzione che andrà tutto male, che “mi chiederanno proprio quello che non ho studiato” e così via.
- Perfezionismo da studio: alcuni studenti vivono una mania del perfezionismo, ovvero o studiano tutto, ma davvero tutto (anche le postille scritte in piccolo), oppure hanno la sensazione di essere impreparati. Questo punto si collega al precedente, facendo sperimentare allo studente la sensazione di non aver studiato abbastanza (anche se non è vero).
- Paura della valutazione: l’ansia da esame, talvolta, non ha a che fare con l’esame in sé, ma con il concetto di valutazione. Se c’è qualcuno che mi giudica, ecco che scatta il malessere. In tal caso, al problema compartecipa anche una bassa autostima e una sensazione di inadeguatezza.
- Paura di deludere gli altri (soprattutto i genitori): gli esami o le interrogazioni a scuola sono un banco di prova per molti studenti, utilizzati inconsciamente per dimostrare agli altri di valere, così da non deludere le figure di riferimento più importanti, come i genitori. Tutto ciò, però, genera ansie e paura del fallimento: se l’esame va male, allora vuol dire che non valgo come figlio/a e deluderò le persone che mi vogliono bene e che hanno creduto in me.
- Traumi: la presenza di traumi legati a interrogazioni o esami può generare ansie e inficiare le prestazioni dello studente. Se, ad esempio, durante il periodo scolastico si è vissuto un momento fortemente negativo, se tutto ciò non viene correttamente elaborato potrebbe riverberarsi anche all’università o nel mondo del lavoro.
- Metodo di studio inefficace: molti studenti utilizzano un proprio metodo di studio non collaudato, frutto quindi di una semplice abitudine, del “ho sempre studiato così”, “mi hanno sempre detto di studiare così fin dalle elementari” e così via. Talvolta, il metodo di studio non è funzionale, non permette allo studente di imparare a dovere gli argomenti, facendogli percepire quindi un minore grado di preparazione. Il metodo di studio andrebbe sempre rivisto e aggiornato e, soprattutto, personalizzato in base alle caratteristiche della persona.
La profezia che si autoavvera
Gli esami universitari e le interrogazioni scolastiche sono terreno fertile per la cosiddetta profezia che si autoavvera.
Ma di cosa parliamo?
In ambito psicologico, utilizziamo questa espressione per indicare un insieme di pensieri, convinzioni negative, timori costanti, i quali, se ripetuti nel tempo, condizionano talmente tanto i nostri comportamenti, anche senza accorgercene, portandoci a realizzare proprio quell’eventualità di cui avevamo tanta paura.
Di conseguenza, se tutto il periodo preesame lo passiamo a torturarci, dicendo a noi stessi frasi del tipo “tanto l’esame andrà male”, “tanto non ho studiato”, “sono sicuro che verrò bocciato”, “il professore mi chiederà sicuramente quello che non so”, e così via, influenzeremo talmente tanto, e sottilmente, la nostra mente, da condurci senza volerlo al fallimento.
Il giorno dell’esame saremo quindi nervosi, stressati, impauriti, avremo difficoltà a richiamare alla memoria le informazioni studiate, e così via.
Alla fine, dopo l’esame andato male, diremo a noi stessi “ecco, lo sapevo! Avevo ragione”, realizzando così la profezia che si autoavvera, ma che in realtà altro non è stata che un autosabotaggio inconscio.
Il consiglio dello psicologo
Superare l’ansia da esame è possibile!
In primis, è necessario comprenderne la causa scatenante. Come visto, non esistono motivazioni generalizzate, ma ognuno potrebbe vivere questa difficoltà per un motivo ben specifico. E’ quindi più che consigliato fermarsi un attimo, fare autoanalisi, magari aiutati da uno psicologo se necessario, e cogliere la causa o le cause principali. Elaborandole, toglieremo un bel masso pesante dalla nostra mente.
Mettiamo poi in discussione il metodo di studio! Molto spesso, studiamo in un certo modo solo per abitudine, solo perché per anni abbiamo fatto così. Non sempre questo ripaga, soprattutto nel passaggio tra scuola superiore e università. Dobbiamo quindi aggiornarci, cucire sulla nostra pelle una nuova modalità più funzionale, in grado di rispettare i nostri tempi di concentrazione, le nostre capacità mnemoniche, le nostre energie fisiche e mentali.
Possiamo poi imparare a gestire i pensieri negativi, le paure che ci accompagnano durante lo studio, la convinzione che andrà tutto male. Esistono degli esercizi specifici, come ad esempio tecniche di rilassamento.
Infine, e non meno importante, possiamo allenarci a strutturare modalità comunicative efficaci, come l’utilizzo corretto del respiro.
Se senti che l’ansia da esame sia un problema insormontabile e che ti condiziona, chiedi aiuto a uno psicologo. Assieme a un professionista riuscirai a:
- Superare l’ansia e le paure;
- Trovare un metodo di studio adatto a te;
- Incanalare lo stress in attività alternative e utili;
- Gestire i pensieri e rielaborare convinzioni negative;
- Elaborare eventuali traumi legati alla scuola o all’università;
- Superare la paura di deludere gli altri o te stesso;
- Migliorare le performance comunicative durante un esame orale.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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