
L’ansia modifica le nostre abitudini alimentari, ma è vero che fa anche dimagrire? È solo un modo di dire o c’è una spiegazione scientifica?
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Nel linguaggio quotidiano sentiamo spesso dire che l’ansia aiuti a dimagrire. Sul web, tantissime vignette o video ironici diffondono il messaggio che avere l’ansia avrebbe, quanto meno, un effetto positivo sul corpo.
Ma è davvero così? Esistono evidenze scientifiche a sostegno di questa tesi? Esaminiamo insieme la questione.
Come agisce l’ansia sulle nostre abitudini alimentari?
Il primo punto da chiarire è che l’ansia può interferire sulle nostre abitudini alimentari e che questi cambiamenti possono variare da persona a persona. Infatti, l’ansia e lo stress possono indurci ad attuare dei comportamenti differenti da quelli abitudinali:
- mangiare troppo o più velocemente;
- saltare i pasti;
- prediligere cibo spazzatura o cibo da fast food;
- cercare di alleviare l’ansia mangiando;
- praticare eccessiva attività fisica nel tentativo di contrastare ansia e stress;
- oppure, al contrario, ridurre o smettere l’attività fisica a causa delle tensioni causate dall’ansia.
Come agisce l’ansia sull’intestino?
A livello intestinale, l’ansia può alterare la produzione di alcuni ormoni, come il cortisolo e l’adrenalina, influenzando così l’appetito e la digestione.
Inoltre, non è rara l’insorgenza anche di disturbi gastrointestinali dovuti proprio dall’ansia, come nausea, diarrea, colon irritabile.
L’ansia e dimagrimento: quali sono i fattori scatenanti?
Vediamo ora insieme quelli che possono essere i fattori principali che innescano il dimagrimento causato dall’ansia:
- Alterazione del sonno: uno degli effetti collaterali dell’ansia è senza dubbio la riduzione della quantità e della qualità del sonno. A causa di ciò, la produzione del cortisolo viene compromessa, andando a modificare anche il metabolismo e le capacità digestive dell’organismo.
- Problemi gastrointestinali: alcune persone somatizzano i problemi d’ansia nella regione gastrointestinale del corpo, sviluppando sintomi quali nausea, vomito, sindrome dell’intestino irritabile, dolori allo stomaco e così via. Tutto questo, a lungo termine, potrebbe comportare modifiche alle abitudini alimentari, riducendo ad esempio la quantità di cibo consumato proprio a causa di questi fastidi.
- Nervosismo corporeo: con questo termine, ci riferiamo a una modalità propria delle persone ansiose, come ad esempio la tendenza a battere sempre i piedi quando si è fermi, camminare avanti e indietro ripetutamente, agitarsi frequentemente, con l’obiettivo, spesso inconsapevole, di sfogare le tensioni ansiose. L’insieme di questi movimenti può aiutare a bruciare grassi e calorie e favorire il dimagrimento.
- Aumento del battito cardiaco e tensione muscolare: di fronte a situazioni percepite come minacciose (reali o immaginarie), il corpo reagisce aumentando il battito cardiaco e la tensione muscolare, comportando un maggior consumo energetico che contribuisce alla riduzione del grasso corporeo.
Il parere dello psicologo
In tono leggero e scherzoso, potremmo affermare come l’ansia, seppur comportando svariate conseguenze negative, potrebbe almeno contribuire alla perdita di peso.
Tuttavia, in veste di psicologo, mi è doveroso sottolineare come tutto questo non vada assolutamente sottovalutato.
I sintomi d’ansia, se non gestiti e curati adeguatamente, possono, nel tempo, divenire cronici e trasformarsi in un vero e proprio disturbo d’ansia e, in alcuni casi, evolvere anche in ulteriori problematiche, sia fisiche sia psicologiche.
La perdita eccessiva di peso è, ad esempio, una di queste gravi conseguenze da evitare.
Ansia e terapia
La strategia terapeutica più efficace per affrontare l’ansia è senza dubbio quella psicologica.
Grazie al supporto di uno psicologo-psicoterapeuta, chi soffre di ansia impara a riconoscere e gestire i sintomi, migliorando la qualità dei propri pensieri e riducendo la percezione del pericolo, spesso immaginario o ingigantito. Questo percorso aiuta a sviluppare comportamenti più funzionali e orientati al benessere.
Nei casi più gravi, quando i sintomi risultano talmente invalidanti da incidere significativamente sulla qualità della vita, è possibile integrare la terapia psicologica con un supporto farmacologico, grazie alla collaborazione di uno psichiatra che prescriverà il trattamento più adatto.
Se l’ansia sta influenzando negativamente la tua vita e desideri intraprendere un percorso di miglioramento, non esitare a contattarmi.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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