Scopriamo insieme in cosa consiste l’anedonia, un disturbo psicologico che comporta l’incapacità di provare piacere.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Molte persone raccontano di avere difficoltà, a volte una vera e propria impossibilità, a provare interesse e soddisfazione svolgendo attività piacevoli, quali hobbies, relazioni sociali, esperienze sessuali o anche il semplice dormire.
Una sorta di anestesia rispetto al piacere che, nel tempo, potrebbe evolversi in patologie più gravi, come la depressione.
Cos’è l’anedonia?
Il termine “anedonia” venne coniato nel 1897 da uno psicologo francese, Théodule-Armand Ribot, per poi essere inserito decenni più tardi nei criteri diagnostici del DSM III, sotto la voce: “perdita dell’interesse o del piacere in tutte o quasi tutte le attività”.
Questo disturbo si suddivide in due tipologie:
- l’anedonia sociale, caratterizzata da una marcato disinteresse e piacere verso le relazioni sociali con comportamenti di isolamento;
- l’anedonia fisica, che include la mancanza di piacere e il disinteresse verso il cibo e altre attività corporee.
Differenze con l’apatia
Questo disturbo potrebbe essere confuso con la più conosciuta “apatia”, che invece rappresenta una costante riduzione della motivazione rispetto a una determinata attività, con difficoltà a intraprendere nuovi comportamenti e iniziative.
L’anedonia, invece, è più generalizzata: la persona sperimenta perdita del piacere, non solo della motivazione, nei confronti della maggior parte della quotidianità.
Le cause dell’anedonia
Generalmente, questo disturbo è correlato a stati clinici già presenti, come ad esempio depressione, disturbi dell’umore, schizofrenia, disturbo post-traumatico da stress, disturbi da abuso di sostanze e nel morbo di Parkinson.
Inoltre, possono contribuire al suo sviluppo anche traumi, storie di vita familiare e fattori psicologici ereditari.
Da un punto di vista neurologico, questa patologia potrebbe essere causata da un mal funzionamento delle aree dopaminergiche il cui neurotrasmettitore è la dopamina, coinvolto appunto con i centri del piacere.
Anedonia e psicoterapia
Essendo le cause di questo disturbo molteplici – biologiche, psicologiche e familiari – il lavoro che deve essere fatto con il paziente è multidisciplinare. E’ prima di tutto necessario assicurarci se siano presenti o meno problematiche di natura neurologica, per poi strutturare un intervento anche psicoterapeutico.
L’anedonia, infatti, se non curata, può portare nel tempo a disturbi psicopatologici più gravi.
Come in molti altri casi, anche qui la prevenzione è fondamentale ed è quindi consigliato muoversi per tempo.
© A cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
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